Originario di Lauria e con la Basilicata nel cuore. E’ Christian Di Sanzo, 39 anni, uno dei nuovi deputati del Parlamento italiano tra i 12 che vengono eletti all’estero. Di Sanzo è stato eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione estero “America Settentrionale e Centrale”. Lucano doc, papà lauriota e zio per due mandati sindaco di Montemurro, è stato eletto con il Partito Democratico. Vive negli Stati Uniti, a Houston in Texas, ed è un ingegnere. Nella sua circoscrizione ha ottenuto 5.779 voti. E si è concesso per un’intervista a Ondanews all’indomani della sua elezione.
- Onorevole Di Sanzo, cosa l’ha spinta a candidarsi?
Da quando mi sono trasferito in USA 17 anni fa ho nutrito una grande passione politica nella convinzione che, come italiani all’estero, potessimo portare alcune idee nuove all’Italia. Da molti anni, per passione, sono attivo nei circoli all’estero del Pd, dove ho fondato il Circolo di San Francisco e quello di Houston. Al momento delle elezioni tanti attivisti del PD in Nord America mi hanno chiesto di mettermi in gioco per poterli rappresentare. E’ una sfida che ho accettato con passione, visto il grande supporto della comunità di italiani in Nord America.
- Che legame ha con la sua terra di origine, il Potentino e la Basilicata?
Mio padre Mario è di Lauria, tutta la sua famiglia vive in Basilicata. Lui ha sempre conservato un legame molto stretto con la Lucania e con il suo paese. Sono stato spesso in Basilicata quasi ogni estate con mio padre. Ricordo con affetto le estati in barca insieme a mio zio Pietro Di Sanzo e insieme ai miei cugini. In modo parallelo e indipendente ho seguito la stessa passione politica della mia famiglia in Basilicata, mio cugino è infatti Piero Lacorazza, che è stato Presidente della Provincia di Potenza e consigliere regionale.
- Cosa ne pensa della politica italiana?
In generale, guardandolo da fuori, la politica in Italia si basa troppo sul sensazionalismo, sulla mancanza di analisi e dati e sul proporre soluzioni facili, spesso irrealizzabili. Ma nessun sistema è impermeabile al populismo, in USA siamo appena usciti dalla presidenza di Trump.
- E dell’exploit della Meloni?
Una reazione di pancia data da una crisi oggettiva e da uno stallo del Paese. La Meloni propone soluzioni facili a problemi complessi, soluzioni che all’atto pratico non andranno da nessuna parte. E’ difficile vedere dove finiremo, ma c’è senz’altro la necessità di recuperare il nostro elettorato e proporre soluzioni concrete per l’Italia.
- Alla luce del risultato elettorale, cosa hanno sbagliato il Pd e il centrosinistra in questi anni?
Il Pd si è sempre trovato in posizioni non facili. Abbiamo scelto di stare al Governo per aiutare il Paese nei momenti di più grande difficoltà, questo ci ha penalizzato fortemente, ma ritengo che fosse una scelta necessaria per il bene del Paese. Durante la campagna elettorale ci volevano più forza e coraggio, ma è molto difficile battere il messaggio del populismo. Adesso dobbiamo aprire una fase che ci porti a comunicare un messaggio chiaro ai nostri elettori e recuperare l’entusiasmo che si è perso.
- Quale sarà il suo impegno e il suo programma in questa nuova esperienza politica?
Innanzitutto devo rappresentare gli italiani all’estero, compresi i lucani all’estero. Ci sono molte esigenze per i nostri connazionali all’estero a partire dal potenziamento dei servizi consolari e dallo snellimento delle procedure burocratiche. Ci sarà anche l’opportunità di poter allacciare un ponte tra la Basilicata e il Nord America. In particolare, i lucani nel mondo hanno contribuito alla mia vittoria e non vedo l’ora di poter riallacciare i rapporti con tutto il mondo dell’associazionismo.
Ricordiamo che gli italiani all’estero eleggono 12 parlamentari nelle seguenti circoscrizioni: Africa-Asia-Oceania, Nord America, Sud America, Europa. In controtendenza a quanto accaduto in Italia, all’estero il Pd ha eletto 7 parlamentari su 12. Tra di loro il lucano Di Sanzo che, dopo essere stato il manager della McKinsey (prestigiosa azienda di consulenza), si appresta a rappresentare gli italiani e i lucani del Nord America.