Originaria di Battipaglia, Pia Lanciotti รจ un’attrice che abbiamo visto spesso in tv: dal debutto con “Virginia, la monaca di Monza”, fino ai piรน recenti “Il Commissario Montalbano”, “Doc, nelle tue mani”, “Sopravvissuti” e “Mare fuori”. E non solo, ha ricoperto diversi ruoli in “Loro 2” e “La Dea Fortuna”, solo per citarne alcuni. Numerose sono poi le opere teatrali a cui ha partecipato negli anni, perchรฉ Pia nasce prima di tutto come attrice di teatro, solo successivamente appare sugli schermi del cinema e televisivi.
Contattata da Ondanews, Pia, in un’intervista che ci ha gentilmente rilasciato, ripercorre la sua storia dagli albori: da come รจ nata la sua passione per la recitazione fino ad arrivare al famoso ruolo di Donna Wanda Di Salvo in Mare fuori. Durante la nostra piacevole chiacchierata, poi, non รจ mancato un ritorno alla sua cittร natale, Battipaglia.
- Come รจ nata la sua passione per la recitazione?
Ho deciso letteralmente di fare questo mestiere quando avevo 4 anni, vedevo tante commedie americane e mi piaceva tantissimo Bette Davis. Il grande cambio รจ avvenuto grazie allโinsegnante della mia scuola di danza che ho iniziato a frequentare con le lezioni a 6 anni. Qualche anno dopo ho riscritto Tennessee Williams per un saggio scolastico al liceo, mi ero riservata la parte della mia attrice preferita e cosรฌ ho iniziato. A 16 anni la mia insegnante di danza, Maria Vittoria Maglione, aveva detto a mia madre che aveva letto su la Repubblica dellโapertura della Scuola di Teatro di Giorgio Strehler a Milano. Mia madre a quel punto ha iniziato a far telefonate al giornale, poi al Piccolo Teatro; siamo riuscite ad avere il bando, ho fatto i tre esami studiando con mio padre, e alla fine da 800 siamo rimasti in circa 40 ma non sono stata presa. Tutti, perรฒ, sono rimasti sorpresi che a 16 anni fossi in grado di recitare. Quindi ho finito il liceo linguistico e a 18 anni ho riprovato a fare i provini e sono stata presa al Piccolo Teatro. Ho iniziato la scuola di recitazione e alla fine ho debuttato con Elio De Capitani in Amleto. Ho respirato sin da subito, quindi, il teatro nel luogo piรน bello in cui si potesse respirare.
- Ha lasciato Battipaglia da giovanissima, quindi.
Sรฌ, a 18 anni sono andata via. Mia madre in questo รจ stata come la โbenzina per la mia macchinaโ. Io avevo i miei sogni e mia madre รจ stata lโincoraggiamento per realizzarli. Eโ stata lei a chiedere e a telefonare quando ne avevo 16. Lei sapeva che era quello che volevo fare. Mi aveva avvisata di non mettermi strane idee in testa, ma mi ha sostenuta fin da subito. Negli anni, poi, ho affilato le armi ma sono rimasta sempre la stessa.
- Nonostante la sua notorietร resta una persona molto riservata.
Faccio molta fatica sui social, credo che non si riesca a dare il meglio di sรฉ. I conflitti, gli attriti, i linguaggi ineducati o violenti mi allontanano. Non รจ un gioco che mi interessa, preferisco parlare a tu per tu e scambiare idee con le persone. Bisogna prima di tutto essere umani, oggi le persone stanno un poโ dimenticando la loro umanitร .
- Tra i suoi ultimi ruoli di spicco c’รจ Donna Wanda in Mare fuori, si รจ rivista?
Mare fuori lโho visto insieme a mia madre. Avevo letto e studiato le parti ma non avevo avuto modo di rivedermi, allora ho deciso di guardare la famosa ultima scena. Quello che mi ha commosso tanto รจ che grazie al talento, anche del regista, i ragazzi sono tutti cosรฌ ben amalgamati, proprio umanamente parlando. Sono di una bravura immensa perchรฉ riescono ad implicarsi in maniera autentica e profonda; i ragazzi dallโaltro lato dello schermo si identificano, e va bene, ma si identificano con creature che partono da un inferno e si salvano grazie allโamore e alle relazioni, per cui cโรจ una circolazione dโamore che fa paura, con amicizie ogni oltre perimetro di protezione. Oltre agli amori cosรฌ scoperti, poi, non mancano la rivalitร , il clan e la separazione, separazione che uccide dentro. Quindi capiamo che le relazioni ci salvano. Il ruolo degli educatori รจ meraviglioso, perchรฉ tutti vorremmo una seconda possibilitร nella vita. Quante volte ci รจ capitato di sperare di avere unโaltra occasione, quindi se la vogliamo noi, figuriamoci i ragazzi che sbagliano! E al riguardo mi piace sempre ricordare che se non avessi fatto lโattrice avrei fatto sicuramente lโavvocato. Qualche anno fa mi ha incuriosito la storia di Verges, il cosiddetto avvocato del diavolo, che aveva difeso addirittura il โboia di Lioneโ. Lui diceva che i colpevoli sarebbero arrivati da lui dicendo la veritร e il suo compito era di dover mostrare al pubblico le ragioni profonde degli errori commessi, perchรฉ รจ la societร tutta responsabile, e di mostrare al cuore e allโorecchio dellโopinione pubblica che ci sono delle situazioni che ci fanno deragliare. Alla scuola di recitazione si insegna che non si giudica un personaggio, che un cattivo ha sempre le sue ragioni e chi lo interpreta deve difenderlo. Si entra in empatia con la fragilitร anche del cattivo, se riuscissimo a fare questo anche nella realtร avremmo uno sguardo diverso e sicuramente piรน ampio sulla vita. Eโ chiaro che esiste il castigo, ma non deve significare โsei stato cattivo, ti metto allโangoloโ, il castigo deve rappresentare un tempo per evolversi e per comprendere, per passare lโesame della vita, ma con amore.
- Pensa, dunque, che Donna Wanda sia un personaggio cattivo della serie tv?
Quando mi dicevano “com’รจ cattiva Donna Wanda” io non capivo. Donna Wanda รจ una donna di sistema e i sistemi, come i protocolli, uccidono lโindividuo, per cui in qualche maniera ti tolgono libertร e cancellano il tuo meccanismo personale. Come per i protocolli, per cui non si puรฒ prescrivere lo stesso farmaco a due pazienti diversi nonostante pare abbiano una stessa patologia, la storia che porta alla disarmonia di uno รจ diversa da quella di un altro. Quindi immagina un sistema: Donna Wanda รจ cresciuta dove cโรจ sempre il nemico fuori, deve guardarsi le spalle e difendere la propria famiglia. Noi non sappiamo se lei da giovane abbia desiderato sfuggire a tutto questo, proprio come suo figlio, e non ci sia riuscita, perchรฉ aveva anche un ulteriore aggravante: era donna. Allora io mi sono sempre raccontata una storia, che รจ vero che lei รจ sempre stata molto dura con suo figlio, ma solo perchรฉ temeva per la sua sorte, non per punirlo. Tantโรจ che quando Carmine finisce in carcere in qualche maniera รจ anche piรน tranquilla. Tutti gli ordini che Donna Wanda dร mirano ad eliminare le minacce per suo figlio. Infatti, alla fine, mi sono permessa di cambiare delle situazioni e quando sussurro che non posso fare piรน niente รจ perchรฉ capisco che mio figlio รจ innamorato: a quel punto nessunโaltra forza puรฒ tangenzialmente intervenire. Magari Wanda รจ uno di quei personaggi che pensando di far bene fa del male.
- Della sua carriera sullo schermo quale personaggio le sta piรน a cuore?
In realtร sono diversi. Ho amato molto Anita dei โSopravvissutiโ. E devo ringraziare per questo Carmine Elia che mi ha permesso di interpretare un ruolo cosรฌ presente, ho sempre fatto incursioni molto veloci. Anzi, fu proprio lui a propormi Donna Wanda dallโinizio, mi disse โPia sono solo tre scene, vedremo come disegnarleโ e io mi sono subito fidata di lui. Anzi, devo dire, apprezzando anche il ruolo di Donna Wanda, che mi ha dato anche lโoccasione di imparare il napoletano, perchรฉ nonostante io fossi campana non parlavo dialetto prima di questo ruolo. Offrendomi un ruolo in una lingua che non conoscevo mi sono dovuta mettere in gioco, ho studiato e ho chiesto aiuto anche ai miei amici di Battipaglia, uno in particolare mi ha aiutata con le battute, io gliele mandavo e lui che ha familiaritร con Napoli me ne dava il โsaporeโ. Poi anche Giacomo Giorgio mi ha aiutata, sul set ho avuto persone fantastiche al mio fianco. Adesso adoro il napoletano, ho iniziato a rileggere Eduardo! Il napoletano รจ un insieme di pietre miliari che vengono incastonate, รจ una lingua che va piano, non corre, dipinge, scolpisce.
- Mare fuori le ha dato lโopportunitร di tornare in Campania e di stare piรน vicina a casa.
Sรฌ, infatti. Io comunque appena posso, ovunque io sia, torno a Battipaglia. Una settimana ogni due o tre mesi torno sempre. Ho proprio bisogno dei miei affetti, dei sapori di casa mia. Cโรจ mio zio che fa delle pizze meravigliose, cโรจ la campagna con alimenti nudi e crudi, la campagna tenuta con grazia.
- Che rapporto ha con Battipaglia?
Con Battipaglia un rapporto come con tutti i luoghi, o meglio, io provo amore per le persone, quindi siccome a Battipaglia ci sono molte persone che amo per me รจ quello. Facci caso, togli tutte le persone dai luoghi: cosa ti resta? Soltanto le ombre di quelle persone. Questo almeno per me! Per cui non ho riscoperto nulla perchรฉ i miei affetti qui ci sono sempre stati. Ho un rapporto di nostalgia, alcune volte, ci ho passato dei momenti molto belli, soprattutto a scuola. Qui cโรจ stata la mia scuola di danza, primo terreno di disciplina, cโera il teatro Garofalo che ora รจ chiuso, lรฌ ho fatto il mio primo saggio.
- Qualche anno fa aveva lanciato un appello proprio per il Garofalo.
In realtร ci vorrebbe tanta energia per riaprirlo. E in genere proprio in Italia cโรจ poca energia per tutto quello che รจ cultura. Ci deve essere lโattenzione per le cose perchรฉ poi intervenga lโenergia necessaria per portarle a compimento. E lโenergia sono i soldi, sono le persone che si mettono insieme per dare vita alle cose. Ci vuole attenzione reale e deve essere chiara lโutilitร , in senso ampio e non solo materiale, della cosa. Ed รจ un peccato vedere il Garofalo chiuso: il mio primo spettacolo lโho visto lรฌ quando avevo 13 anni, cโerano la Ralli e Giancarlo Sbragia in โMadame Bovaryโ. Quando era aperto, negli anni โ90, ho lavorato con una bravissima regista, Cristina Pezzoli, facemmo โLa Celestinaโ e una tappa della tournรฉe prevedeva proprio Battipaglia. Sarebbe bello a un certo punto onorare unโapertura e una ristrutturazione di un luogo cosรฌ e questo non solo con il Garofalo ma con tutti i teatri, perchรฉ sono luoghi di rito, di comunitร , che servono per la crescita delle persone. Il teatro รจ un luogo di riflessione, vediamo lรฌ delle storie che nascono, che finiscono e che ci commuovono.
- Internet e i social ci hanno allontanato dai teatri?
Sicuramente. Noi non lo viviamo o meglio non ce lo fanno vivere come un rito, come una possibilitร di conoscere unโaltra parte di sรฉ. In un certo senso i social ci hanno molto impigriti. Anche al cinema non si va piรน come prima. Favino ha detto โquando sei al cinema lo schermo รจ grande e lievemente devi alzare il volto per guardarloโ, รจ proprio la sensazione del naso allโinsรน che manca. A casa, con il tuo telecomando, sei in un luogo familiare, non sei in mezzo ad estranei o in mezzo ad una sala vuota. Qui dove vivo, a Milano, cโรจ un cinema che proietta a tutte le ore, anche alle 9 del mattino, quindi vai lรฌ e capita di essere anche soli ed รจ incredibile quello spazio nero intorno e tu che sei lรฌ arreso sulla poltrona con il naso allโinsรน. Ed il fatto che tu stia a casa rende tutto piรน piccolo, a casa con il telecomando hai il controllo della situazione, al cinema no, e questo non ti fa entrare nel mondo in cui dovresti entrare. I cinema e i teatri dovrebbero esserci in ogni paese come le chiese, le persone dovrebbero essere libere di avere un luogo di aggregazione, di svago. Non lasciamo sopraffarci dal degrado, degrado in senso di mancanza di attenzione, di energia, rendiamo belli i nostri luoghi!
- Ha progetti per il futuro?
Sรฌ, cโรจ la quarta stagione di Mare fuori e ci sono delle cose che si stanno delineando. Mi รจ toccato rinunciare a due progetti di teatro che mi sarebbero piaciuti, quindi per il prossimo anno, e ci metterรฒ lโattenzione giusta, mi piacerebbe fare di nuovo il teatro, quello bello. Mi mancano la profonditร del teatro, il tempo delle prove, lโindagine del testo, la relazione con i compagni, il pubblico, lo spettacolo e lโemozione dellโandare in scena.
- Cosa dice a chi vuole seguire le sue orme?
Niente mi รจ stato facile. La mia famiglia รจ stata la mia energia, ho sempre avuto persone che hanno creduto in me ma il mio cammino รจ stato lento e ricco di difficoltร . In un certo periodo pensavo di aver sbagliato strada, non perchรฉ non ci credessi ma perchรฉ le cose accadevano lentamente. Per questo dico sempre che qualcuno mi ha detto โalla fine finisce sempre tutto bene, se non finisce bene non รจ la fineโ ed io ci credo. I film di quando io ero piccola avevano sempre il lieto fine e creavano unโaspettativa ottimistica. Se qualcosa ti ferma, forse, devi ancora mettere a punto tutti gli strumenti che ti forgiano. La vita ti mette solo alla prova per portarti dove devi andare. Se uno cresce con lโaspettativa che il meglio deve ancora venire non si arrenderร e capirร che la strada seppur irta darร alla fine i risultati che si desiderano. Io dico sempre โseguite realmente le emozioni del cuore, che portano nella direzione desiderataโ, perchรฉ per qualsiasi mestiere scegliate vi diranno โno, รจ difficile, รจ pericoloso, non si guadagna abbastanzaโ, fatelo se nel vostro cuore cโรจ la vocina che vi dice di andare avanti, perchรฉ le strade si aprono. Se vi sembra una strada facile state certi che si chiuderร , perchรฉ quello che ci guida in maniera invisibile รจ il nostro amore per qualcosa. Se fai il medico perchรฉ lo fa tuo padre, ma non te ne frega niente di salvare le vite umane, ma che medico potrai essere? E, soprattutto, come lo farai? Se lo fai per passione stai certo che riuscirai. Se un bambino dice โvoglio salvare il mondo, voglio diventare il pediatra piรน bravo del mondoโ, vedrai che avrร ragione. Bisogna seguire la passione e i genitori dovrebbero essere al servizio di questo, sono degli accompagnatori di lusso anche nelle difficoltร : sono loro le forze fondamentali della nostra crescita. Perรฒ non ci devono imporre, anche se spesso una grande passione che viene contrastata da princรฌpi, molto prepotentemente trova il modo di fiorire e diventa ancora piรน folgorante quando sboccia; ho visto genitori tarpare le ali dei figli ed รจ sbagliato. Bisogna saper lasciare andare i propri figli e noi figli dobbiamo lasciarci andare, perchรฉ i genitori ci seguono, anche in silenzio.