I test salivari efficaci nella sorveglianza e contenimento dell’infezione da Sars-Cov-2. Lo dimostra lo studio “Saliva-based molecular testing for active control of Sars-Cov-2 infection” condotto dai ricercatori dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova e coordinato dal professor Mario Plebani, Direttore del Dipartimento interaziendale di Medicina di Laboratorio. Il lavoro è stato pubblicato dalla International Federation of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine, l’organizzazione mondiale che promuove l’eccellenza nella medicina di laboratorio per una migliore assistenza sanitaria a livello internazionale.
Abbiamo intervistato il professor Plebani per conoscere in maniera maggiormente dettagliata gli esiti forniti dallo studio da lui coordinato.
- Professor Plebani, in cosa consiste nella pratica lo studio di cui è coordinatore e che ha dimostrato una notevole efficacia dei test salivari per la ricerca del Sars-Cov-2?
“In sintesi, con l’auto-raccolta del campione salivare abbiamo sostituito il tampone nasofaringeo, procedura indaginosa abbastanza invasiva soprattutto per soggetti di età pediatrica o che devono ripetere frequentemente l’esame che abbisogna di personale preparato e dotato di dispositivi di protezione costosi (FFP2, visiera e camici protettivi). I vantaggi sono molteplici: nessuna necessità di code e attese ai drive-in o ai punti di raccolta, minor possibilità di contagio per il personale e per l’utente, nessun disagio perché il campione viene raccolto al mattino prima di fare colazione masticando per un minuto un tamponcino di cotone contenuto in una speciale provetta. Una volta raccolto, il tampone viene riposto nella provetta e questa in un sacchettino di plastica a tenuta per evitare ogni possibile rischio di contagio. La provetta poi può essere consegnata, nel caso del nostro programma di controllo del personale universitario, in uno dei plessi identificati. L’analisi, per ora, avviene con la stessa tecnica molecolare utilizzata per analizzare il tampone nasofaringeo ed ha una accuratezza vicina al 100%. Vi è ampia dimostrazione dell’accuratezza del test salivare perché sono stati pubblicati numerosi lavori scientifici su riviste prestigiose e quindi i risultati del nostro gruppo sono stati confermati con certezza assoluta”.
- Il test salivare è valido ed efficace soltanto per gli asintomatici e per chi ha sintomi lievi?
“No, ovviamente l’obiettivo del nostro lavoro è stato identificare soggetti senza sintomi per ridurre il rischio di diffusione della pandemia, ma il campione salivare può esser utilizzato anche nei sintomatici, anche se ovviamente i programmi di screening vengono attivati per diagnosticare l’infezione in chi non ha sintomi (asintomatici) o non li ha ancora (pre-sintomatici)”.
- Ad oggi in Italia vengono utilizzati test salivari per la diagnosi di Covid?
“Solamente in programmi sperimentali perché il Ministero e l’Istituto Superiore di Sanità non hanno finora certificato la sua validità a scopo di diagnosi. In altri Paesi, ad esempio la Francia, invece il test viene riconosciuto e rimborsato dal Sistema Sanitario”.
- Quali sono i vantaggi dell’utilizzo di test salivari nel tracciamento che parte dal soggetto positivo e ingloba poi tutti i suoi contatti?
“I vantaggi sono la minor indaginosità e la mancata necessità di personale specializzato per la raccolta; il campione salivare, quindi, permette una più facile adesione ai programmi di controllo attivo. Nel caso dell’Università di Padova, la percentuale di adesione è risultata pari all’86% di tutto il personale, dato incredibilmente positivo. Per il tracciamento, invece, sono necessari altri requisiti del programma quali: risposta nell’arco di poche ore, immediata segnalazione e contatto dei positivi ed immediate misure di isolamento personale e dei contatti stretti”.
– Chiara Di Miele –