Cos’è per te la felicità?
- Domanda ampia e difficile cos’è per me la felicità. Non mi ritengo una persona felice, non lo sono, quando lo sono puntualmente c’è qualcosa che mi ricorda che esserlo troppo o per troppo tempo non fa parte del mio destino. Non è una frase di Twilight o una visione leopardiana della vita. Potrei definirla una serena rassegnazione. Spero che ovviamente le cose cambino ma forse il cambiamento deve venire prima da me stesso e poi potrei aspettarlo nella mia vita.
Ad oggi potrei dire che sono felice quando mi sento amato, accettato, apprezzato, capito ma soprattutto completato. Completato perché di natura sono una persona che si sente sola, che cerca perennemente e disperatamente qualcuno col quale condividere qualcosa. Non bastano gli amici, di amici ne ho tanti eppure mi sento solo. Voglio di più. Forse è proprio questo mio insistente desiderio ad allontanarne la realizzazione. (*)
- Per me la felicità è uno stato che si può raggiungere col tempo, non è qualcosa di immediato, infatti la mia idea di felicità è una vita tranquilla e spensierata insieme alle persone che ami. Trovare la propria metà, avere dei figli e garantire massima gioia e stabilità ad essi, sono per me ancora dei “sogni”, data la mia età, ma spero che in un futuro questo desiderio si possa avverare nel migliore dei modi!
- Per me la felicità è un sentimento che voglio che mi accompagni per più tempo possibile nella mia vita, non solo quando sono in una relazione. Un momento di felicità per me può essere anche solo una semplice uscita con alcuni amici a mangiare qualcosa o lo stare insieme alle persone a me care pur non facendo niente. Non devo per forza avere un partner per vivere la mia vita con felicità però non posso dire che la presenza di uno non aiuti nel raggiungimento di quest’ultima. Il problema però è che l’arrivo di un partner porta non solo momenti belli ma anche quelli brutti che quindi fanno riflettere se sia conveniente avere un partner nella propria vita.
- La felicità non è facile da cogliere: a volte siamo felici e non ce ne accorgiamo, altre volte non lo siamo e ci convinciamo di esserlo. Secondo me, se stiamo bene con noi stessi riusciamo ad esserlo anche con gli altri e, quindi, in una relazione. A volte un partner può aiutare a ritrovare un benessere che forse da un po’ non avevamo, altre volte bisogna allontanare delle persone per ritornare a vedere la luce. Credo che una volta ogni tanto abbiamo bisogno di sederci da soli con noi stessi per sentire ciò che ha da rivelarci la parte più profonda di noi divorata dalla frenesia di tutti i giorni. Lei saprà dirci se stiamo facendo la cosa giusta, se stiamo con la persona giusta, se stiamo sfruttando il meglio di ciò che abbiamo. La felicità va condivisa: soprattutto con chi amiamo, che sia un partner, un amico, la famiglia o addirittura un animale domestico. Ma nessuno deve mai interferire nel nostro benessere e nella nostra felicità: nessuno deve comandare su di noi o trattarci come un oggetto di sua proprietà. In questi casi bisogna avere la forza di soffrire per un po’ per poi guarire definitivamente e tornare ad essere felici. Non serve per forza qualcuno per stare bene ma se quel qualcuno esiste deve aver cura di custodire la vostra felicità. (**)
- Per me la felicità è inizialmente stare bene con sé stessi, circondarsi di persone che tengono a te e che ti facciano sentire valorizzata nonostante i tuoi mille difetti. Essere felici non è semplice perché questo sentimento dipende da molti fattori. Si può essere felici se si raggiungono degli obiettivi importanti, ma anche semplicemente per un regalo che si è sempre desiderato, un pomeriggio trascorso con qualcuno che ti faccia stare bene, che riempia i tuoi vuoti e che ti distolga dai pensieri negativi.
- La felicità è, secondo me, un concetto che non riesce a rientrare in una definizione ben precisa. Quel che so è che sicuramente è diversa dalla serenità: quest’ultima nasce dalla consapevolezza di non sentire delle mancanze, che siano esse concrete o affettive. La felicità sicuramente non è così razionale, non è costante nel tempo e dura giusto quel momento in cui realizziamo di essere fortunati di avere una determinata persona nella nostra vita, di aver vissuto un bel pomeriggio al mare con gli amici, di non vedere l’ora di trascorrere del tempo con quella determinata persona, di tornare a casa e sapere che c’è nonna che ti aspetta.
- La felicità è il paradosso più grande della vita umana, forse anche la droga utilizzata da tutti e che crea più dipendenza dato che qualsiasi essere umano è alla ricerca della felicità e nessuno può farne a meno. Credo che si possa considerare come l’incarnazione di un desiderio effimero e fugace, specialmente nella nostra società in cui tutti vogliono strafare perché si crede che sia quello il modo di arrivare alla felicità, la vera domanda è: ”Quante delle persone che noi potremmo reputare felici sono in realtà vittime di una piattezza spirituale?”. Essi sono incapaci di sollevarsi e prendere il volo gradualmente e quindi di ricercarla veramente questa felicità di cui tutti parlano, dunque preferiscono buttarsi dal decimo piano di un palazzo purché si sentano tra le nuvole per pochi secondi. I miei coetanei ricercano la felicità ubriacandosi, attraverso la carnalità dei corpi in modo meccanico, apatico e puramente erotico, mettendomi nei loro panni ho capito che queste persone sono proprio quelle che hanno meno profondità di pensiero e sono quelli più convinte e allo stesso inconsapevoli di loro stessi.
Io credo che la reale felicità in un rapporto sia il senso di pace che quella persona ti trasmette, come se ti sentissi a casa nel momento in cui quella persona sia accanto a te e se si è talmente tanto fortunati da percepirla dentro la persona amata, casa diventa ovunque, persino a distanza, ma sentiremmo comunque la mancanza della persona amata e quella mancanza sarà proporzionalmente intensa all’amore provato. La pace (che sostengo sempre che sia la reale felicità) è possibile acquisirla anche in altri modi e anche al di fuori di un rapporto, perché l’amore ci circonda ogni giorno e anche durante una passeggiata al calar de sole, volgendo lo sguardo alle nuvole e ai monti in lontananza noi ci sentiremo sollevati, anche ascoltando della buona musica ricca di significato potremmo sollevarci, tornando ad apprezzare ciò che abbiamo e cosa non possediamo ed anzi ciò a cui apparteniamo ossia questo mondo, si può raggiungere la felicità. Spesso bisogna essere grati per essere felici. (***)
- La felicità non credo sia qualcosa che si può spiegare a parole. Si tratta di un breve istante in cui non pensiamo a nient’altro che a quel momento che stiamo vivendo, in cui tutto ci sembra facile e possibile ma si tratta di un’illusione poiché l’essere umano è fondamentalmente incontentabile, e il non poter avere ogni cosa che si desidera ha come conseguenza l’infelicità o meglio un continuo e perpetuo senso di desiderio che non può mai essere appagato. Certo, avere a fianco persone che ti vogliono bene e che ti supportano è un modo per meglio affrontare ciò; dunque, credo sia fondamentale sapersi circondare di individui che amano la nostra persona così com’è, senza alcun desiderio di volerla cambiare.
- La felicità non esiste, o meglio, non esiste quel senso di appagamento perpetuo. La felicità sono le crepe che si formano in una vita di disperazione, poiché vivere secondo me è la peggiore delle condanne: la felicità è un breve momento che sconvolge la monotona disperazione per ricordarci che siamo vivi, che abbiamo dentro di noi una sensibilità e un mondo che è differente da persona a persona. Questo breve momento di felicità mi illude in un istante che posso vivere, che posso essere eternamente felice, ma questo non è che un breve momento. Alla fine il senso della vita di ognuno è la ricerca perenne di momenti felici, che ci sottraggono, seppur per brevi istanti, dalla disperazione più totale.
Potrei sembrare un pessimista incallito, ma io mi reputo un realista: credo che la vita sia una lotta per la felicità, io vivo per vivere la felicità, nonostante sia effimera e pura illusione, ma la felicità ci migliora dal punto di vista fisico e psicologico. La vita è come una montagna russa, ci posizioniamo sul punto più alto, guardiamo la vastità del basso, crediamo di essere invincibili e atarattici, ma subito precipitiamo giù in questa valle di sofferenza e saliamo come per rialzarci e ritrovare quel momento perduto. La vita è questa, un crescendo e decrescendo di disperazione e ricerca della felicità, ma come scrive Calvino ne le “Città invisibili” ”bisogna trovare nell’inferno ciò che inferno non è”.
- La felicità è per me una condizione di tranquillità in cui siamo consci che qualsiasi cosa accada, noi abbiamo i mezzi per trovare una soluzione ed in cui sappiamo bene di poter contare su quelle persone che abbiamo sapientemente deciso di tenere al nostro fianco. Sì, questa condizione può interrompersi, ma sta a noi capire (con il supporto di chi ci sta vicino per il nostro bene, e non per il loro bene, come ho già detto prima) i mezzi e i metodi che ci permettono di ritrovarla.
- Per quanto riguarda la concezione di felicità, ritengo che essa sia una condizione che l’uomo debba raggiungere innanzitutto tramite l’accettazione e la riconoscenza del fatto che l’annullamento del dolore è impossibile nel momento in cui l’individuo tende anche alla felicità, e nel caso in cui l’uomo riesca ad annullare la sensazione di dolore, deve tener conto che così facendo sarebbe eliminata anche la possibilità di provare felicità, raggiungendo dunque una situazione di tranquillità che comunque suscita nell’uomo una sensazione di appagamento. Ognuno può naturalmente raggiungerla in maniera differente, e ognuno ne ha una concezione diversa, in quanto si tratta appunto di qualcosa legato solo ed esclusivamente alla propria interiorità. Tra gli infiniti modi per trovarla vi è anche l’amore, da distinguere quindi con la possessività, nata da un’insoddisfazione interiore che una persona tenta di sfogare sul partner e che non ha nulla a che fare con l’amore vero.
- Per me la felicità è riuscire a stare bene con sé stessi prima ancora che con gli altri. Realmente felice lo è chi è sereno, senza preoccupazioni, con un benessere generale e quindi in pace con sé stesso. Perché non c’è nulla di più soddisfacente di guardarsi allo specchio e provare piacere guardando come si è diventati e quanta fatica è servita per arrivare a essere quello che si è. Ritengo che la felicità non possa essere misurata e che non possa dipendere unicamente dal rapporto che si ha con una persona, perché le cose possono cambiare da un momento all’altro, l’unica persona su cui possiamo contare per sempre senza dubbi siamo noi stessi. Poiché basando la nostra felicità unicamente su una persona, che sia un fidanzato, un amico o un’altra persona me rimarremmo senza ombra di dubbio delusi.
La felicità per me più che altro è un qualcosa di qualitativo, dura tutta la vita e per raggiungerla bisogna lottare con tutte le proprie forze. E’ una situazione appagante che dipende nella maggior parte dei casi da noi stessi.
- Avendo avuto e avendo tuttora, anche se in forma lieve, problemi di ansia, l’argomento felicità mi sta molto a cuore. Per molto tempo infatti mi sono privata della possibilità di essere felice perché i pensieri erano troppi e assorbivano tutte le mie energie. Vivevo nella costante paura e non riuscivo a godermi niente di tutte le cose belle che un adolescente dovrebbe vivere. A oggi però sto meglio e sono felice, nonostante a volte queste paure tornino. Ho una bellissima famiglia che farebbe di tutto per me e su cui so di poter contare sempre. Un fidanzato pronto a supportarmi in qualsiasi momento della mia vita che mi sprona a fare sempre meglio, a raggiungere i miei obiettivi e che mi ha insegnato a credere di più in me stessa e che da sola posso farcela, ma che comunque non mi ha mai lasciata da sola. Ho dei bellissimi amici che mi aiutano a vedere sempre il bello anche nelle situazioni più tragiche. La cosa che però mi rende più felice di tutte è sicuramente stare bene con me stessa, apprezzarmi e aver imparato a volermi bene.
- Per me la felicità può essere tutto, da una canzone a un libro, o un semplice gesto, sono una persona molto sensibile, quindi i gesti più insignificanti per qualcuno possono far breccia nel mio cuore, è proprio vero che la felicità sta nelle piccole cose. Io penso di averle provate quasi tutte, dal libro alla canzone, dall’amore immenso per la mia famiglia a quello per un amico speciale; c’è una felicità però che non ho ancora sperimentato, l’amore per qualcuno in particolare, sono ormai giorni e giorni che sogno una storia da film. Il tenersi mano nella mano, il dirsi semplicemente: “Buongiorno, amore” al mattino, pensare all’altra persona tutto il giorno con il sorriso stampato in faccia, perché è questa per me la felicità, quel momento che anche se, apparentemente, piccolo, mi riempie il cuore. Così come l’abbraccio e l’appoggio di un amico, perché dal piccolo seme cresce una pianta, carica di emozioni.
- Per me la felicità è uno stato di profondo benessere che deriva dalla pace con sé stessi e con gli altri. Provo felicità quando sono circondata da coloro che mi vogliono bene, avendo la consapevolezza di poter contare sempre su di loro. In particolare i momenti che più mi rendono felice sono quelli trascorsi con il mio partner, data la calma che mi trasmette e l’aiuto che mi ha sempre dato per credere in me stessa più di chiunque altro. Pur avendo solo diciotto anni, sento che al suo fianco queste sensazioni possano durare per sempre ed il solo pensiero mi fa sorridere. Altri momenti che mi causano tanta felicità sono quelli in cui sento di essermi realizzata e in cui capisco che i miei tanti sacrifici hanno portato dei frutti, oppure quando compio qualche gesto che può avvicinare qualcun altro alla felicità.
Tuttavia credo che la felicità non sia uno stato costante in tutta la vita ma che venga alternato a momenti di tristezza e di speranza, basati proprio sulla ricerca della felicità.
- La felicità è un attimo di dimenticanza? Per me la forma più pura di felicità si raggiunge nel momento in cui stiamo in pace con noi stessi. La felicità deve essere un’abitudine. Conoscere sé stessi è la prima condizione per bastare a sé stessi. E per essere felici. E’ assenza di dolore? Non credo. Sarebbe un pensiero utopico. La vita è un incessante alternarsi di alti e bassi, di attimi di spensieratezza e di sovrappensiero. La vita bisogna prenderla così com’è, con le sue montagne russe e le sue ricadute improvvise. Ogni emozione è dietro l’angolo e noi dobbiamo essere disposti ad accoglierla. La vita è bella anche quando tutto va male, perché ogni esperienza, soprattutto negativa, ci indirizza a quello che siamo. La versione presente di noi è la summa delle nostre esperienze passate, quindi dobbiamo ringraziare i vecchi noi se siamo così come siamo ora. La felicità è il riconoscere che le onde che agitano il burrascoso mare della vita non ci sono nemiche, ma attribuiscono bellezza e dinamicità alla nostra storia formata di tanti personaggi e altrettanti capitoli. (*****)
NOTA: Le risposte che terminano con * si riferiscono alla stessa persona. Tale precisazione è dovuta al fatto che le risposte di alcuni intervistati sono collegate tra di loro ed hanno un discorso continuativo. Il numero di asterischi, dunque, è associato sempre alla stessa persona