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“Chi ha sbagliato, paghi. Sarebbe giusto così…” – di Michele Albanese

29 Dicembre 2015

Sono stato colpito ieri dalle immagini dei risparmiatori che hanno organizzato un presidio dinanzi Banca Etruria ad Arezzo.

Persone normalissime, come tante, che sono scese in piazza per protestare contro quella che è stata chiamata l’indolenza di Nuova Banca Etruria nel trovare una soluzione per le vittime del Decreto “Salva-Banche”.

Sul giornale “Il Tirreno” sono stati pubblicati alcuni numeri importanti: in Toscana, nella notte del Decreto “Salva-Banche” sono spariti circa 300 milioni di euro con il coinvolgimento di migliaia persone, che hanno visto letteralmente bruciare i risparmi di una vita con la nascita di Nuova Banca Etruria, praticamente la stessa, ma senza perdite e con un capitale appena ricostituito da 442 milioni di euro.

L’operazione connessa al Decreto “Salva-Banche”, in tempi da record, ha predisposto il salvataggio di 4 banche in dissesto: Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti.

Messi in ginocchio migliaia di risparmiatori, i quali hanno pagato, con i propri soldi, la crisi delle 4 banche.

Significa, in parole povere: chi non ha sbagliato, ha pagato!

Questi, in breve, i fatti, ma un cartellone di un risparmiatore di Arezzo ha richiamato, ancora di più, la mia attenzione: “A noi lezioni di finanza, a voi lezioni di onestà”.

Un monito che racconta tante cose, che riassume al meglio quello che sta succedendo.

Un primo passaggio fondamentale va fatto nei confronti di altre banche appartenenti al sistema bancario italiano, le banche di credito cooperativo, analizzando come esse hanno reagito a situazioni di criticità.

protesta-banca-etruria-1Quello che dal Governo viene considerato un modello da riformare perché poco solido e composto da piccoli banchieri, ha sempre risolto da sé i problemi, in autonomia e senza aiuti di stato (non dimentichiamoci di ciò che accadde con Banca Mps), dimostrando di essere un sistema nel vero senso del termine.

E gli ultimi accadimenti sono sotto gli occhi di tutti, anche non troppo enfatizzati, nonostante la loro portata: dall’operazione di salvataggio di Banca Padovana e qualche altra BCC da parte del sistema del Credito Cooperativo, il quale ha provveduto alla risoluzione delle crisi con un progetto fatto “in casa propria“, senza chiedere niente a nessuno, al rimborso, d’iniziativa, di alcuni prestiti obbligazionari subordinati emessi da alcune BCC, le quali nel nome dei valori del Credito Cooperativo, tra cui l’etica, e per non diffondere panico tra i propri risparmiatori, dopo quello che era accaduto con il Decreto “Salva-Banche”, hanno rimborsato anticipatamente questi titoli ai sottoscrittori.

Di questo nessun telegiornale ne parla, così come nessuno parla dei 225 milioni di euro versati dalle BCC al Fondo di Risoluzione per il salvataggio delle ormai famose quattro Banche.

Nel nostro piccolo, qualche anno fa, per l’appunto, ci siamo fatti carico di un’operazione di rimborso nei confronti della clientela.

Nella faccenda relativa alle Lehman Brothers, infatti, ci siamo assunti la responsabilità di quello era accaduto, nonostante nessuna previsione normativa o contrattuale lo prevedesse, rimborsando, in toto, ai nostri clienti il valore di quelle obbligazioni ormai diventate carta straccia.

Fu quella un’azione di circa 2 milioni di euro, che non vuole in nessun modo paragonarsi con il crac delle quattro banche italiane, ma che, nonostante ciò, presenta diversi elementi in comune: azzeramento del valore dei titoli in mano ai risparmiatori, un investimento crollato senza che nessuno si aspettasse un evento del genere, tanti clienti che si erano fidati ciecamente della Banca senza interessarsi minimamente del rischio che stavano correndo.

Peccato, però, che nonostante i punti in comune il finale non sia lo stesso.

Perché lo abbiamo fatto? Semplicemente per onestà intellettuale ed etica nei confronti di alcuni clienti che si erano fidati della nostra Banca.

A cosa abbiamo rinunciato per compensare tali esborsi? Sono state fatte delle scelte, non senza sacrifici, per incidere sulla struttura dei costi aziendali, influenzando al minimo il fattore reddituale. Risparmi sulle spese generali, sui costi di rappresentanza, sui compensi ai vertici aziendali ed all’esecutivo.

In parole povere, ci siamo assunti la responsabilità di ciò che era stato fatto, mettendo in discussione le nostre scelte, le nostre azioni senza entrare minimamente nel merito di quello che i nostri clienti avevano sottoscritto.

Abbiamo dato più importanza alle persone rispetto al denaro.

Oggi, la nostra Banca, così come nel 2008, rifarebbe la stessa operazione messa in piedi all’epoca, perché fu un segnale chiaro di chi eravamo e di quali valori ispiravano la nostra azione.

Ritornando alla vicenda della 4 Banche, c’è anche un’altra valutazione da effettuare.

protesta-banca-etruria2Queste “nuove” banche, nel giro di poco tempo, si troveranno nuovamente a creare utili e, magari, arricchire coloro i quali hanno generato questi guadagni, dimenticandosi di quei poveri risparmiatori che hanno perso tutto.

Sono sempre più convinto, a questo punto, che vada applicato un principio: chi ha sbagliato, paghi!!!

Non voglio essere un giustizialista, puntare il dito e colpevolizzare qualcuno, perché non mi interessa assolutamente sapere se c’era o meno un conflitto di interessi alla base del decreto “Salva-Banche” del Governo Renzi, ma è opportuno che chi ha sbagliato si assuma la responsabilità di rimborsare i risparmiatori.

Non vorrei, come ho già detto in un’altra circostanza, che gli stessi signori si trovino ben presto ad amministrare altre banche con il rischio di creare gli stessi problemi oppure con la possibilità di uscirne nuovamente vincitori incassando lauti compensi!

Ci sono i nomi ed i cognomi e non è assolutamente difficile individuarli.

C’è un disegno secondo il quale questi soggetti non devono pagare? Lo facciano, allora, le nuove banche dando tutti una lezione di onestà, proprio come recitava quel manifesto.

Sarebbe una grande lezione per tutti, sarebbe il segnale che in Italia qualcosa veramente sta cambiando, sarebbe anche una lezione all’Europa, sarebbe un messaggio ai mercati, sarebbe un’azione da grandi uomini; forse sarebbe solo un’azione da uomini, veri, quelli che effettivamente mancano in questa vicenda.

Concludo facendo un ultimo passaggio sulla vicenda, ricordando come il fallimento delle Lehman Brothers, per la nostra Banca, abbia avuto un effetto boomerang, nel senso che, a distanza di anni, abbiamo raccolto i frutti di un’operazione che in quel momento ci è costata tanto, sotto tutti i punti di vista.

Il mio è semplicemente un consiglio … al resto dovranno pensarci altri!!!

– Michele Albanese – 


 

redazione

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