Subiva violenze sessuali da parte del padre e palpeggiamenti dal nonno da quando era una bambina. E’ arrivata così la sentenza di primo grado presso il Tribunale di Lagonegro.
La ragazza, bambina all’epoca dei fatti, ha accusato il padre di violenze sessuali perpetrate all’interno dell’ambiente familiare, in un paese del sud della Basilicata. Una tortura durata oltre 10 anni, iniziata all’età di 7 anni e continuata fino all’adolescenza, con abusi del padre e successivamente con molestie e palpeggiamenti anche da parte del nonno paterno.
La ragazza solo anni dopo, in età adolescenziale, ha avuto la forza di denunciare quanto accaduto, parlandone dapprima con le compagne di classe e successivamente con la madre, la quale era ignara di ciò che stesse accadendo alla figlia.
Dunque dopo la denuncia da parte dell’ormai ragazza, diventata adulta, si è dato il via al processo penale con cui si è arrivati alla sentenza di primo grado che condanna il padre ad una reclusione di 14 anni e il nonno ad una reclusione di 5 anni e 2 mesi.
“L’ambiente familiare era sereno e i genitori della ragazzina erano separati civilmente – ha spiegato l’avvocato della parte civile Vincenzo Viceconte -. Gli atti si sono consumati tra le mura domestiche del padre della bambina e della madre, quando quest’ultima non era presente. La sentenza, per il quale il Giudice avrà 90 giorni per depositare le motivazioni, dà fiducia nella Giustizia. Un forte trauma non solo fisico ma anche psicologico che la ragazza, oggi, sta cercando di superare”.
Si susseguiranno ora i diversi gradi di giudizio per appurare la colpevolezza dei due uomini accusati, all’esito dei quali si procederà, in separata sede, alla quantificazione dei danni da risarcire.