Banca Monte Pruno, Fondazione Alario e Lettera i insieme per l’avvio della “Scuola d’Impresa e di Impresa culturale”. Parte da oggi il progetto che tende a formare professionisti e imprenditori per la crescita di un territorio ricco di risorse e opportunità in ambito culturale e turistico: il Sud Italia.
All’incontro, tenutosi nella meravigliosa cornice della Fondazione Alario per Elea Velia Impresa Sociale ad Ascea, dopo i saluti del padrone di casa, Tommaso Chirico e di Stefania Bruno, fondatrice di Lettera i, sono intervenuti, coordinati dal giornalista Marcello Napoli, numerosi esperti in materia di formazione, cultura d’impresa e consulenti tra cui Sandro Danesi, consulente d’impresa ed economista, Giovanni Colucci, consulente in controllo di gestione, Lorenzo Sciandini, esperto di marketing e coach professionista ICF, Laura Rainone, storica dell’arte e museologa. Straordinario e l’applauditissimo l’intervento di Jacopo Mele, imprenditore salernitano che ad appena 22 anni è stato inserito dalla celebre rivista americana “Forbes” tra gli under 30 più influenti nella politica europea.
Presenti, per la parte politica, anche Pietro D’Angiolillo e Franco Alfieri, oltre a Ciro Castaldi della Fondazione Banco di Napoli e Marcello D’Aiuto per la Fondazione Alario. Per la Banca Monte Pruno è intervenuto il Direttore Generale Michele Albanese, il quale ha ringraziato l’avvocato Chirico che lo ha voluto fortemente a questo tavolo coinvolgendolo in questo progetto che ha una visione ben precisa: creare valore sul territorio, promuovendo cultura, abbattendo ogni confine. Nel suo intervento il Direttore Albanese, dopo aver apprezzato e ritenuto molto interessante questo percorso che riguarda una scuola di impresa, ha riferito che “oggi fare impresa non è semplice, ci vogliono struttura e competenze, che se non ci sono, vanno acquisite e potenziate anche attraverso la formazione, a tutti i livelli. Investire in formazione è saper investire e non dovrà mai essere considerato come un costo. Laddove le aziende o chiunque di noi veda, nella formazione, un costo, vuol dire che c’è qualcosa che non quadra, che il giocattolo prima o poi potrebbe incepparsi. È un tema molto delicato e apro una piccola parentesi verso quelle aziende che potrebbero non considerare, come si dovrebbe, l’aspetto formativo, ad esempio le aziende che si trovano a vivere il cambio generazionale. Spesso il cambio generazionale nasconde degli ostacoli non visibili, ma un’adeguata e profonda formazione può sicuramente limitare gli effetti distorsivi. Come Bcc siamo particolarmente convinti che la formazione abbia un ruolo indispensabile in tutti gli ambiti e oggi fare scuola d’impresa significa preparare gli imprenditori alle sfide che il mercato propone. Abbiamo bisogno di competenze! È questo il messaggio che oggi voglio promuovere. Si parte oggi da Ascea, ma l’auspicio è quello di creare un circuito molto più ampio sul nostro territorio, magari in altri ambiti dove opera la nostra Banca, cercando di abbattere alcune barriere culturali che purtroppo esistono e sono un vero limite per la crescita e lo sviluppo delle nostre aree”.