I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, nell’ambito di un’indagine di polizia giudiziaria in materia di reati fallimentari coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di una misura cautelare personale e reale. In particolare il G.I.P., su richiesta della Procura, ha disposto la misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per un anno nei confronti del 40enne Antonio Fabbrocino al quale vengono contestati i reati di autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, oltre che la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Risultano indagati per gli stessi reati tributari e fallimentari Giovanni Fabbrocino ed Eleonora Di Flora e nei confronti di una società è stato disposto il sequestro preventivo di saldi attivi di conto corrente e titoli per un importo complessivo di circa 340.000 euro.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico — Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno, hanno riguardato in una prima fase il fallimento della FAGEL s.r.l. operante nel settore del commercio e distribuzione all’ingrosso di prodotti congelati e surgelati di noti marchi del settore nelle aree di Salerno, Costiera amalfitana e Agro Nocerino-Sarnese.
Secondo la ricostruzione avallata dal Gip lo stato di crisi della società sarebbe stato causato dal trasferimento del patrimonio immobiliare e aziendale ad altre persone giuridiche riconducibili sempre agli stessi indagati, tra cui la “Fratelli Fabbrocino S.r.l.”, facendo venire meno le garanzie a tutela dei creditori.
Gli accertamenti eseguiti anche su quest’ultima società, successivamente dichiarata fallita, hanno fatto emergere l’inattendibilità delle scritture contabili e il mancato deposito di altre, la distrazione di parte dei beni societari e di diversi automezzi. Le stesse condotte sarebbero state poi finalizzate ad impiegare alcuni beni provento di reato in una terza società, la Gruppo Fabbrocino s.r.l. e a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva da parte dell’amministrazione finanziaria, a fronte dei debiti tributari maturati dalla Fratelli Fabbrocino s.r.l.
In relazione alla tipologia di misura applicata ad Antonio Fabbrocino, meno afflittiva di quella richiesta dalla Procura, è stato presentato appello ai sensi dell’art. 310 Codice di procedura penale. Il provvedimento cautelare è stato emesso sulla base degli elementi probatori acquisiti in fase di indagini preliminari, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione d’innocenza.