Lettera aperta alla redazione di Franco Iorio
E’ l’inizio della balcanizzazione, è lo smembramento artificioso in più stati del nostro Paese. Il sogno del Carroccio di Umberto Bossi del 1989 passa nelle mani sovraniste di Matteo Salvini e si materializza nei dieci articoli dell’eterno Roberto Calderoli che da chirurgo maxillo-facciale si trasforma in esegeta del diritto pubblico, con specializzazione nel premiare le Regioni del Nord, segnatamente la Lombardia, il Veneto e la Liguria.
Ho già chiarito i punti focali delle materie delegabili, ma qui ravviso la necessità di approfondire taluni aspetti politici che pare non trovino adeguata attenzione. E cogliere l’occasione per un appello agli amici Sindaci del Vallo di Diano.
Occorre dire che i grandi assenti a questo dibattito sono infatti i Comuni, quando proprio essi insieme alle Province saranno gli enti istituzionali a rischiare di essere completamente travolti dal neo-centralismo rafforzato delle Regioni. Perché se veramente le Regioni dovessero assumere buona parte delle 23 materie sulle quali possono richiedere di allargare i loro poteri, ai Comuni rimarrebbe ben poco e diventerebbero organismi totalmente risucchiati dalla struttura delle Regioni. Pare sfugga a parecchi che la differenziazione è parte di un piano che mira ad agganciare le Regioni più ricche alle economie europee più forti, lasciando alla deriva il Sud, considerato più che mai un peso. È un disegno politico sconsiderato perché se è vero che il Sud non si salva da solo, il Paese intero non può salvarsi senza il Sud.
Si profila innanzi a noi una nuova “Questione meridionale” che va intesa questa volta come sfida nazionale: il progetto di separatismo regionale non può essere condiviso perché è esigenza strategica del capitale e comporta la rottura del mondo del lavoro e della solidarietà sociale. In un quadro di evidente progressiva decadenza di una classe politica sempre più mediocre, questa “autonomia differenziata” si presenta come una vera distruzione dello Stato italiano. Immaginiamo per un momento se tutte le funzioni del disegno di legge Calderoli fossero richieste da tutte le Regioni e se tutte fossero trasferite, oppure venissero trasferite anche solo quelle importanti, come l’istruzione, la sanità, il lavoro, l’energia, i trasporti e l’ambiente. Infatti, il Presidente Zaia ha già detto che vuole tutte le 23 materie delegabili previste dall’art. 116.3 della Costituzione. Perciò occorre fare anche l’impossibile per fermare Calderoli se vogliamo conservare questa Italia come l’abbiamo conosciuta.
Necessita difendere l’eguaglianza nei diritti e coesione sociale e territoriale. Calderoli è pur sempre al servizio di una Lega del peggiore Salvini e del Nord, portatori tutti di antiche pulsioni separatiste, tutti ostili all’eguaglianza e alla coesione. Allora il Sud faccia sentire la sua voce, parlino le comunità locali, le organizzazioni sociali, i sindacati, parli soprattutto la scuola.
Aggiungo qui un mio personale auspicio: tutti i Sindaci dei 15 comuni del Vallo di Diano convochino i rispettivi Consigli comunali per l’adozione di un atto deliberativo con il quale chiedere al Governo il ritiro del ddl Calderoli, che va ad aumentare lo squilibrio fra Nord e Sud e ignora le disuguaglianze già esistenti e non risolte in decenni di storia repubblicana.
– Franco Iorio –
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