A Teggiano un incontro per ricordare Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani. Questa mattina in tanti si sono ritrovati nel Complesso della Santissima Pietà per partecipare all’appuntamento, voluto dall’Amministrazione comunale, intitolato “Ciao Sandro. Il Presidente Pertini, il racconto continua”.
Presenti al tavolo dei lavori, moderati dal giornalista Antonio Sica, il sindaco Michele Di Candia, il Vice Direttore Generale della Banca Monte Pruno Cono Federico, il Presidente del Consiglio comunale di Salerno Angelo Caramanno, Rada Innamorato, figlia del compianto senatore teggianese Antonio Innamorato, Carmelo Conte, già Ministro della Repubblica, Carmelo Bufano, autore del libro “C’era una volta il PSI da queste parti d’Italia”, e Giuseppe Coiro, figlio del Sovrintendente Capo della Polizia Stradale Agostino Coiro, scomparso da poco, che fu autista della scorta di Pertini.
Nutrito il pubblico, tra cui tanti giovani studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Pomponio Leto”.
“La morte di Pertini ha lasciato un vuoto nel nostro cuore. La sua vita è ricca di scelte coraggiose e ricordarlo serve a dare importanza a valori non scontati, come la libertà. Da giovane divenne membro della Resistenza, tanto da essere chiuso in carcere e condannato a morte. Tenne uno dei discorsi più celebri sull’Italia liberata. Non amava i trionfalismi, restando fedele ai propri ideali, raccomandando l’amore per la pace e la tolleranza. Onoreremo la memoria di Sandro Pertini attraverso l’intitolazione di una strada o una piazza” ha annunciato il primo cittadino di Teggiano.
Sulla considerazione che Pertini aveva dello sviluppo economico si è soffermato Cono Federico: “Incontrava spesso i dirigenti delle grandi banche e ripeteva che dovevano sforzarsi di favorire la crescita dei ceti popolari e dare un supporto alle famiglie povere. Un po’ quello che noi facciamo come credito cooperativo, sostenendo chi è lontano dai grandi interessi. È stato inoltre anche precursore del concetto di microcredito“.
Bufano, da sempre vicino al PSI, è stato tra i promotori dell’evento odierno. “Il 1978 è stato l’anno che ha capovolto il modo di intendere la politica. Col rapimento di Aldo Moro la tranquillità è venuta a mancare e Sandro Pertini, a 82 anni, fu proclamato Presidente per ridare fiducia al Paese. Ha saputo interpretare le Istituzioni” ha affermato.
Il senatore Antonio Innamorato, tra i più brillanti e compianti politici del territorio, conosceva bene il Presidente Pertini, così come oggi ha testimoniato la figlia Rada. “Non sempre era ben voluto all’interno del suo stesso partito, un po’ come mio padre in alcune fasi della sua vita politica – ha dichiarato -. Nel suo settennato ha sempre parlato apertamente e in maniera diretta, mettendo in evidenza anche le pecche dello Stato, come per i ritardi dei soccorsi durante il terremoto in Irpinia. Sia lui che mio padre avevano un’alta popolarità, un alto senso della libertà e della giustizia sociale, l’attaccamento al territorio. Entrambi avevano conosciuto l’umiliazione di lavorare all’estero, tanti erano i punti in comune tra loro. Sia lui che papà amavano la cultura, incitando i giovani a studiare per poter diventare una classe dirigente migliore“.
Negli Anni Ottanta Carmelo Conte, all’interno del PSI, ha fatto una vera e propria scalata politica, da sindaco di Eboli a Ministro della Repubblica. Così ha avuto modo di conoscere Sandro Pertini. “Durante un Congresso a Torino ci fece una sorpresa. Era scomparso dall’albergo per andare a vedere la partita – ricorda Conte -. Nel 1986 Craxi organizzò una grande festa per i suoi 90 anni e per presentare l’evento disse ‘Ancora una volta siamo qui…’ Pertini si offese, non parlò e restituì i fiori. Restammo in silenzio per tutto il pranzo. Non siamo nostalgici, ma come lo stesso Pertini diceva ‘la nostalgia è una rivoluzione’. Ai socialisti dico di avere una spinta, un richiamo, prendendo atto che noi siamo il passato che non passa“.
In conclusione l’emozionante testimonianza di Giuseppe Coiro, che ha ricordato gli anni in cui suo padre, poliziotto, ebbe modo di fare da autista nella scorta del Presidente: “Da bambino sono cresciuto con le foto e gli oggetti regalati da Pertini a papà e così ho deciso di entrare in Polizia. Lui portò in casa la sua esperienza, inserendola nel programma educativo per noi figli. Ho avuto un super papà, che era molto geloso dei suoi aneddoti e mi ha raccontato poche cose. Ad ogni componente della scorta Pertini aveva regalato un set di pipe fatte con legno della Sardegna, un bastone che al suo interno nascondeva la grappa. Giocava a carte con gli agenti e si arrabbiava quando perdeva“.