Il 19 agosto 2014, al Quadrivio di Campagna, nel cortile di casa, il 15enne Michele Iannece venne folgorato da una scarica elettrica.
Ventuno mesi dopo, i genitori di Michele si sono ritrovati in tribunale, a Salerno, sul banco degli imputati. Lo riporta il quotidiano “Il Mattino”: Paolo Iannece e Alba Mercadante, 55 e 45 anni, sono accusati dall‘omicidio del figlio. La stessa contestazione è stata mossa a Giuseppe Iannece, uno zio di Michele. Il quarto imputato per omicidio è il trentenne Vito Mirra, l’elettricista senza abilitazione. Omicidio colposo e cooperazione in un delitto colposo: sono i due articoli del codice penale, i due capi di imputazione sollevati da Roberto Penna, il Pubblico Ministero salernitano che ha svolto le indagini con i Carabinieri. Gli imputati sono difesi in aula dagli avvocati Damiano e Costantino Cardiello.
I genitori e lo zio di Michele commisero un primo, grave errore: secondo l’accusa, si rivolsero ad un elettricista senza abilitazione. Dalle perizie effettuate, è apparso evidente che l’impianto elettrico in casa Iannece non era a norma e la manutenzione era carente. Il pm Penna è implacabile nel descrivere lo scenario mortale: “Lo schock elettrico a Iannece venne provocato da un difetto di isolamento del pozzetto“.
Ieri mattina, al Tribunale di Salerno, si è tenuta la prima udienza per la morte di Michele Iannece. Il processo entrerà nel vivo a gennaio con un nuovo giudice, Lucia Casale.
– redazione –
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