“Ore e giorni di paura, speravamo di sopravvivere, pensavamo solo a questo per la paura di nuovi attacchi”.
Sono le parole di Tonia Mancino, originaria di Vietri di Potenza, che vive nello Stato di New York e a venti anni di distanza ricorda quel terribile 11 settembre che ha cambiato la vita e le abitudini del mondo intero. Figlia di Alfonso Mancino e Caterina De Orsi, entrambi nati e cresciuti a Vietri di Potenza, vive a Westchester County, a pochi passi dal Bronx. E’ da poco rientrata negli States dopo un periodo di vacanze trascorso in terra vietrese. E ricorda bene quel giorno di venti anni fa.
“Era un martedì, avevo appena iniziato i corsi di autunno in Università. Dopo la sveglia mattutina, la tv non si vedeva, vedevamo il colore del cielo cambiato e tanto fumo. Accendendo la tv, non si vedeva nessun canale – dichiara Tonia a Ondanews – Prima di quel terribile giorno, ero appena rientrata a New York dopo una visita a Vietri. Proprio qui, un mio amico, il più caro, Tommaso, mi fece un gioco e mi lesse la fortuna tramite un mazzo di carte, quasi per gioco. Io avevo scelto il tre denari. Lui mi rispose che era la carta più brutta che avevo scelto e che vedeva un aereo fare danni. Mi disse anche che qualcosa di brutto stava per accadere. Devo dire che non credevo a queste cose. Ma quando poi, qualche giorno più tardi, c’è stato l’attentato alle Torri Gemelle, ho subito pensato a lui e alle sue parole”.
Tonia, che oggi è sposata ed ha famiglia, non riesce ad immaginare ancora New York senza le Torri nord e sud del World Trade Center: “E’ ancora difficile questa realtà. Sono cresciuta qui, lo skyline della Grande Mela è stato rovinato ed è cambiato per sempre. Gli States si sono fermati, tutto si fermò. In quelle ore avevamo paura di altri attacchi. Pregavamo solo di sopravvivere, e ora siamo qui. Quello che ricordo bene, che solo con il passare delle ore, capivamo bene cosa stava succedendo. Molto è cambiato da quel giorno, ho avuto paura, per dieci anni, di prendere la metropolitana, attraversare i ponti nell’area di New York. Ecco, sicuramente la paura è sempre viva. Anche quando mi trovo vicino a un grattacielo, nella folla. C’è sempre paura dopo quanto accaduto venti anni fa”.
“Abbiamo perso – ha aggiunto Tonia – il senso di unità, siamo divisi, perché c’è il nemico. Gli amici e la tranquillità riesco a trovarla pensando alle mie radici, ai miei paesani, a Vietri. Adesso possiamo solo lavorare e sperare, per noi e per i nostri figli, un futuro migliore senza questi attacchi. E dobbiamo capire che siamo tutti fratelli e sorelle”.