Prende sempre più quota la possibilità di sospensione delle attività di ben 100 sedi dell’Avis di Basilicata, che potrebbero cessare l’attività di raccolta del sangue se entro domani, 19 marzo, la Regione Basilicata non trasferirà i fondi previsti dalla convenzione, per un totale di circa 500mila euro.
A confermare il rischio è Rocco Monetta, presidente dell’Avis regionale di Basilicata. All’associazione, al 31 dicembre del 2017, mancano nel bilancio circa 500mila euro. “Ci troviamo in una situazione di grande criticità, quando vengono a mancare i fondi andiamo in difficoltà” ha sottolineato Monetta, che è stato anche audito dalla quarta Commissione consiliare della Regione, insieme al direttore del Centro regionale sangue del Dipartimento politiche della persona, Giovanni Canitano.
Il problema sta nel fatto che l’Avis, senza questi fondi, non è più in grado di sostenere la spesa per il carburante, e nemmeno quella per i compensi di una ventina di dipendenti. “Inoltre – ha sottolineato Monetta – abbiamo difficoltà perché non riusciamo più a garantire le spese e i compensi per i medici e gli infermieri che lavorano nei fine settimana per garantire la raccolta sangue in Regione”.
E da domani, se non dovessero essere trasferiti i fondi, tutto il personale che lavora per l’Avis di Basilicata sarà pronto ad incrociare le braccia. Una situazione finanziaria difficile che porterebbe medici ed infermieri a rifiutare di operare, e quindi a cancellare tutte le sedute di raccolta già in calendario.
Dalla Regione, però, è arrivata una risposta: l’assessore alla Sanità, Flavia Franconi, si è detta pronta, da giovedì, ad aprire un tavolo di confronto. E quindi il presidente Monetta si appella a tutti, “affinché si prenda in considerazione la possibilità di non sospendere le attività dal 19 marzo e attendere fino al confronto con la Regione”.
– Claudio Buono –