Era stata licenziata nel 2014 da Poste Italiane, l’azienda per la quale da anni lavorava come operatrice di sportello, dopo una segnalazione.
Ora, a distanza di quattro anni, il Tribunale la assolve dall’accusa di peculato. Secondo la prospettazione accusatoria, nella qualità di operatrice allo sportello, avendo nel suo ufficio la disponibilità di un libretto postale e di un libretto di risparmio di una correntista si sarebbe appropriata del suo denaro.
Per capire la vicenda bisogna fare un passo indietro. Tutto ha inizio nel 2014 quando l’impiegata svolgeva le proprie funzioni presso l’ufficio postale di Sapri e venne segnalata in quanto dalla propria postazione risultava effettuato su un conto corrente di una correntista, un indebito prelievo di denaro e una indebita movimentazione. A seguito di tale segnalazione, la donna subì un procedimento disciplinare seguito dal licenziamento. Giovedì scorso l’ultima udienza e la pronuncia della sentenza.
La donna che in tutta questa lunga vicenda giudiziaria è stata assistita dall’avvocato Patrizia Plaitano, penalista del Foro di Lagonegro si è sempre difesa con forza. Al termine del dibattimento, durato quatto anni, il processo penale è arrivato alle sue battute finali giovedì, quando il Tribunale di Lagonegro in composizione collegiale presieduto dal Presidente Claudio Scorza, con i Giudici Viterale e D’ambrosio, dopo la requisitoria del Pubblico Ministero che ha richiesto la condanna a tre anni e tre mesi, e l’arringa del difensore di fiducia, ha assolto l’imputata dal reato di peculato con la formula perché non ha commesso il fatto.
“Termina per me un calvario durato quattro anni, che mi ha molto provato – ha commentato l’impiegata – voglio ringraziare prima di tutto il mio avvocato che mi ha seguito con professionalità e competenza. Voglio inoltre ringraziare la giustizia della quale ho sempre avuto fiducia che, con questa sentenza, mi ripaga di tutte le sofferenze subite e mi restituisce finalmente la mia dignità”.
– Marianna Vallone –