Si è svolta ieri, presso la chiesa cattedrale di Teggiano, la solenne cerimonia di ordinazione presbiterale di Don Donato Ciro Varuzza, un momento di gioia e di festa per la comunità teggianese e per l’intera Diocesi di Teggiano – Policastro.
Sono state davvero tante le persone che hanno voluto essere a fianco di Don Donato nel giorno più importante della sua vita, quando, per l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione di Mons. Antonio De Luca, il giovane di Teggiano ha consegnato la propria esistenza al Signore.
Don Donato Ciro Varuzza si è mostrato da sempre vicino ai giovani e ai bambini, che con entusiasmo ha guidato in cammini di catechesi e formazione, partendo dalla sua parrocchia di origine “Sacro Cuore di Gesù” di Prato Perillo, guidata dal parroco Don Salvatore Sanseverino, e riuscendo a conquistarsi negli anni la stima e l’affetto di tutti.
Presenti alla celebrazione il sindaco Rocco Cimino e l’Amministrazione Comunale di Teggiano, la famiglia di Don Donato, tantissimi amici, ragazzi, bambini, che hanno affollato la cattedrale nel centro storico di Teggiano, legati al giovane sacerdote da un rapporto di fraterna amicizia e con i quali ha instaurato un rapporto all’insegna della condivisione e del servizio.
“Tu sei chiamato a fare dell’annuncio del Vangelo il motivo della tua gioia, il tuo assillo quotidiano, il tuo primo impegno, ricordando le parole di San Paolo: “Guai a me se non predico il Vangelo” – ha sottolineato nella sua omelia Mons. De Luca rivolgendosi a Don Donato – Da oggi non dipendere nè dall’agenda dei tuoi impegni, nè dagli squilli del tuo telefonino, ma dipendi solo da Dio e dalla comunione con i fratelli. Il dono di un nuovo presbitero per la nostra Diocesi ci conferma che il Signore continua a provvedere Egli stesso Pastori secondo il suo cuore alla Chiesa”.
Oggi Don Donato Ciro Varuzza presiede per la prima volta la celebrazione eucaristica presso la parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” di Prato Perillo alle ore 17.30; a seguire, un momento festa e il concerto di Don Giosy Cento.
– Filomena Chiappardo –
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