Nel maggio dello scorso anno il Dirigente scolastico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Pisacane” di Sapri, Franca Principe, e l’ingegnere Nicola Iannuzzi, Responsabile della sicurezza della scuola all’epoca a cui si riferiscono i fatti oggetto del giudizio, furono condannati in primo grado dal Tribunale di Lagonegro ad un mese di reclusione con pena sospesa. Motivo della condanna il ferimento di uno studente del “Pisacane” originario di Torre Orsaia che, nel luglio del 2011, appena diplomato e mentre erano in corso gli esami di maturità, cadde nel cortile interno dell’edificio scolastico in seguito al cedimento di un lastrico che avrebbe dovuto essere inaccessibile. Il ragazzo, ferito, fu soccorso e ricoverato all’ospedale di Sapri.
Contro la decisione dei giudici di primo grado la preside Principe e l’ingegnere Iannuzzi hanno proposto ricorso in appello e così questa mattina ha preso il via il procedimento dinanzi ai giudici della Corte d’Appello di Potenza. Sono state ascoltate nel corso dell’udienza le dichiarazioni spontanee prodotte dalla Dirigente dell’Istituto Scolastico saprese. Il pm ha chiesto la riconferma della sentenza di primo grado sia per la Principe che per l’ingegnere Iannuzzi. La seduta è stata infine aggiornata al prossimo 21 giugno.
“Sono fiduciosa e molto serena – ha affermato la preside Principe – perché conosco la sostanza dell’appello prodotto dai miei legali, Domenico Ciruzzi e Domenico Ferrante. Oggi erano presenti familiari e colleghi Dirigenti, oltre che associazioni, come Modifica 81 che si occupa di sicurezza a scuola. Ciò a dimostrazione che questo è un tema molto seguito. Mi ha fatto piacere non sentirmi sola in questa vicenda. La situazione criticità è determinata dalla norma che condanna per responsabilità oggettiva il Dirigente in qualità di rappresentante legale. Mi auguro che questo aspetto si possa superare e risolvere indipendentemente dal mio caso”.
Dopo la condanna in primo grado la preside Principe, in una lunga lettera inviata all’allora ministro della Pubblica Istruzione, sosteneva “di essere stata vittima di un errore giudiziario e ricorrerò in tutti i gradi di giudizio, affinché sia dimostrata la mia assoluta non responsabilità rispetto ai capi di imputazione”.
– Chiara Di Miele –
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