– Lettera alla redazione – di Rocco Cimino
E’ iniziato un altro anno scolastico per molti studenti, pieno di speranze, di illusioni, di trepidazioni, di attese e, perchè no? anche di paure. La scuola ricomincia.
Questa amata e odiata istituzione, che è capace di accendere entusiasmi ma anche a volte critiche feroci, apre nuovamente le porte con la speranza che essa diventasse il luogo in cui i giovani realmente potessero dilatare i loro orizzonti culturali attraverso uno studio serio,proficuo e approfondito delle varie discipline d’insegnamento.
Per ottenere ciò, però, i docenti dovrebbero essere sempre innamorati del loro lavoro e soprattutto di essere in grado di accendere nelle coscienze dei discenti l’amore per lo studio, per la curiosità, per la conoscenza, la consapevolezza dell’importanza del sapere per essere cittadini liberi,la gioia che si prova dopo l’applicazione di una regola appresa, la soddisfazione che segue alla riuscita di un compito di matematica.
Gli insegnanti sono sempre capaci di suscitare tutto questo? Sono realmente i depositari del sapere? Sono orgogliosi e appagati del loro lavoro? Sono all’altezza di saper trasmettere con passione e professionalità i contenuti delle discipline? Sono puntuali, equilibrati, affidabili, umani, affabili e seri nello svolgimento del proprio lavoro? Se non dovesse essere sempre così, non ci sarebbe motivazione all’apprendimento da parte dei giovani. Il sapere dell’educatore deve generare il sapere; la sua abilità espressiva deve svegliare le varie attitudini espressive dei giovani studenti; la sua abilità logica deve educare le menti all’osservazione; la sua moralità deve formare caratteri sani e onesti, fondamentali nella realtà di oggi sempre più in balia di un relativismo preoccupante.
Perciò il ruolo del docente nella nostra società è di primaria importanza, per cui sarebbe auspicabile che le Istituzioni ne riconoscano la sua vitale funzione per la crescita umana,civile,economica della nostra martoriata Italia. La crisi di valori in cui siamo caduti è dovuta non solo alla crisi politica ma soprattutto alla crisi della scuola e della famiglia,che sono venute meno al loro compito primario e cioè: educare. E allora ai docenti e in modo particolare ai giovani devono andare gli auguri di un anno scolastico fecondo di studio e di soddisfazioni umane ed intellettuali. E agli studenti tutti l’invito di amare la scuola, perchè da essa dipende il loro futuro ma anche quello dell’Italia.
Buon anno scolastico a tutti.
Rocco Cimino