Torna l’appuntamento con la rubrica di Ondanews “Salute e Benessere”. Protagonisti, questa volta, denti e gengive con un problema molto diffuso: la gengivite. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Cinzia Trezza.
D. – Cos’è la gengivite?
R. – “La gengivite è l’infiammazione della gengiva marginale causata dai batteri della placca. E’ diagnosticata attraverso un attento esame clinico che valuta schematicamente le seguenti caratteristiche del tessuto gengivale: colore, contorno, consistenza, posizione e tendenza al sanguinamento. A differenza della parodontite (infiammazione dei tessuti di sostegno del dente, associata a perdita di attacco), la gengivite ha una restitutio ad integrum in pochissimo tempo quando è rimossa la placca e quando il paziente, dopo l’ eliminazione di questa, è informato ed istruito al corretto impiego dei presidi di igiene orale domiciliare”
D. – Da cosa è causata questa infiammazione? E’ trasmissibile ad altre persone?
R. – “Non è trasmissibile da persona a persona. Studi epidemiologici sulle gengive hanno fornito le prime evidenze scientifiche dimostrando che è l’accumulo del Biofilm microbico, sottoforma di placca sulle superfici dei denti che conduce allo sviluppo del processo infiammatorio intorno al tessuto gengivale: la ricerca e la clinica affermano che l’infiammazione persiste fin quando è presente la placca adiacente la gengiva e che si dirime solo dopo una meticolosa rimozione del Biofilm batterico, dimostrando quindi che nel momento in cui viene eliminata e controllata la placca, si risolve la questione “gengive arrossate e sanguinanti”
D. – E’ possibile prevenirla e in che modo?
R. – “Assolutamente si. Il modo più semplice, sicuro e senz’altro più conveniente per prevenire la gengivite è monitorarne la causa: “la placca batterica” che si organizza già dopo 6 ore sulla superficie del dente, se questo non è opportunatamente deterso. A tale scopo, il paziente ha a disposizione una serie infinita di “presidi di igiene orale”: lo spazzolino (manuale o elettrico) rappresenta ancora oggi lo strumento principe , conosciuto e usato da tutti, è capace di disorganizzare e disgregare la placca; da solo non garantisce però efficacemente la rimozione di tutto il biofilm batterico dai denti, perciò deve essere sempre abbinato ad uno scovolino o filo interdentale che completano l’azione meccanica eliminando la placca tra dente e dente. Ogni paziente, seguito dall’igienista dentale o dal dentista è istruito al mantenimento della corretta igiene orale, utilizzando solo quei presidi che meglio si prestano alla pulizia delle “sue” superfici dentali ed interprossimali”
D. – Anche l’alimentazione e lo stile di vita possono influenzare la salute delle gengive?
R. – “Una dieta povera di frutta e verdura ed uno stile di vita frenetico ( Stress Psicologico) condizionano la salute gengivale, ma non causano la gengivite. -Gengive ipertrofiche, sanguinanti, di colore rosso-bluastro sono state sempre associate ad una carenza di Vitamina C, sebbene la gengivite non sia “di per sé” causata da questo scarso apporto nella dieta: i pazienti con carenza di Vitamina C non hanno necessariamente la gengivite, che anche in questo caso si associa alla presenza di placca batterica. E’ vero che la minima o scarsa assunzione di Vitamina C aggravi la risposta gengivale alla placca, peggiori l’edema, l’ipetrofia ed il sanguinamento, però è anche vero che, quantunque la correzione della deficienza possa ridurre la gravità del disturbo, la gengivite perdura fin tanto che saranno presenti i fattori batterici. Lo Stress psicologico si associa ad un particolare tipo di gengivite: Gengivite Ulcero Necrotica (GUN). Non rappresenta, anche in questo caso, il fattore causale che è sempre dato dal Biofilm Batterico. La GUN fu riscontrata nella quasi totalità dei soldati in guerra e per questo fu definita, almeno inizialmente “Bocca da Trincea” confermando quidi l’importanza ed il ruolo dello stress come fattore aggiuntivo alla placca”
D. – Quando è il caso di preoccuparsi e rivolgersi al dentista?
R. – “Una gengiva perfettamente sana è di colore roseo, segue un profilo festonato sulla superficie facciale e linguale dei denti e soprattutto non “sanguina”. Considerando queste caratteristiche è facilissimo tracciare il confine tra una gengiva in salute e quindi sana, ed una Gengivite. I segni eclatanti che il paziente deve cogliere e che lo indurranno a richiedere una visita specialistica parodontale sono: il sanguinamento spontaneo o provocato da lievi stimoli( es. durante l’uso dello spazzolino da denti); rossore e variazione del contorno gengivale. In particolare il sanguinamento, spontaneo o provocato è di per sé un inequivocabile indice diagnostico oggettivo, sia per il paziente che per il dentista, da utilizzare e monitorare sia nella pianificazione del trattamento sia durante il trattamento stesso”
D. – Le cure disponibili oggi sono davvero così efficaci e risolutive?
R. – “Assolutamente si. La condizione neccessaria affinchè il trattamento della gengivite risulti risolutivo sta nella duplice collaborazione dell’operatore e del paziente, come se si stesse giocando un “doppio a tennis”. Da una parte vi è la rimozione meccanica professionale della placca mediante appositi strumenti, dall’altra vi è il mantenimento del risultato ottenuto dall’operatore, mediante il controllo della placca da parte del paziente. L’obiettivo clinico mira sì a garantire la guarigione del tessuto gengivale infiammato, ma anche a rendere consapevole il paziente che la salute della sua bocca dipende esclusivamente dalla sua “motivazione”; perché è il controllo della placca batterica mediante corrette procedure di igiene orale che consente la risoluzione completa del processo infiammatorio. Ogni paziente, quindi, è incluso in un programma personalizzato di istruzione e motivazione per imparare ad utilizzare in modo combinato spazzolino e strumento interdentale”.
– Claudia Monaco –
