Entra nel vivo la campagna “no euro” del Movimento 5 Stelle, con il portavoce nazionale, Beppe Grillo, che sul suo blog lancia l’iniziativa annunciata nelle scorse settimane: “Segna questa data: 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia. Il M5S inizia la Raccolta Firme per la legge popolare per indire il referendum per l’uscita dell’Italia dall’euro”.
E il 13 dicembre parteciperà all’iniziativa anche il moVimento 5 stelle Vallo di Diano con un gazebo a Sala Consilina, dalle 10:00 alle 19:00, in via Matteotti nei pressi del palazzo 4 Torri.
“Da quando abbiamo adottato l’euro – dichiarano in una nota stampa gli attivisti del Movimento 5 Stelle – abbiamo perso un quarto della nostra produzione industriale. Usciamo prima che sia troppo tardi. Più rimaniamo, più diventeremo poveri e senza un tessuto industriale. Questo è nei fatti: oggi la disoccupazione è alle stelle e migliaia di imprese chiudono.”
“Siamo in una situazione drammatica – continua la nota – la povertà aumenta e con essa la corruzione e malaffare. Bisogna riprendersi la Sovranità come primo passo, a partire da quella monetaria. Gli interessi sul debito pubblico stanno ammazzando il Paese e smantellando lo Stato Sociale. Gli interessi passivi annui sul debito pubblico sono destinati ad aumentare e a raggiungere quota 100 miliardi nel 2015.
I miliardi che lo Stato destina al pagamento degli interessi sul debito sono sottratti ai servizi primari dei cittadini: pensioni, sanità, ammortizzatori sociali, istruzione, risorse per le PMI. Con l’euro il debito pubblico non potrà che continuare a crescere e gli interessi ad aumentare fino a quando lo Stato Sociale italiano non sarà completamente smantellato e diventerà un guscio vuoto. Un corpo spolpato dalla BCE. Il debito pubblico va ridenominato in una nuova moneta associata al valore della nostra economia. Pagheremo quindi meno interessi sul debito. Lo Stato ricomincerebbe ad utilizzare il suo avanzo primario di cui già dispone (al netto degli interessi sul debito) per finanziare attività e welfare.”
“Con l’Italia fuori dall’euro – termina la nota – le PMI italiane potranno tornare nuovamente competitive e l’occupazione in crescita e gli investitori stranieri finanzieranno comunque il nostro debito che sarà sostenibile e onorabile. Gli italiani devono poter decidere se vogliono morire con l’euro in mano oppure vivere e riprendersi la propria sovranità.”
Nei prossimi giorni, il moVimento 5 stelle Vallo di Diano organizzerà altri gazebo in tutti i 14 comuni.
– redazione –
Questi valorosi italiani dovrebbero però chiarire a chi firma che:
1° – appena sarà chiaro che usciremo dall’euro, la fuga dei capitali all’estero sarà già cosa fatta e gli eventuali investitori scapperanno a gambe levate, spostando le attività dal nostro paese verso nazioni con valuta più forte;
2° – il rapporto tra debito pubblico e pil, oggi poco sotto il 130%, schizzerà in cielo come un razzo, superando il tetto del 150%, cosa che un qualsiasi studente di economia sa benissimo;
3° – vero che le nostre esportazioni riprenderebbero competitività sui mercati, però occorre sapere che: a) l’export made in Italy non va affatto male e anzi sta tornato a livelli ante crisi economica, nonostante l’esistenza dell’euro; b) l’Italia non è soltanto una nazione esportatrice ma anche una grande importatrice di materie prime. Ora, siccome il deficit energetico è attorno a 65-70 miliardi a causa dell’import di gas e petrolio, il cui valore sui mercati internazionali viene espresso in dollari, è facile capire come il deficit si impennerebbe all’improvviso se l’Italia avesse una moneta svalutata; c) occorre ricordare, infine, che il nostro paese ha la seconda industria manifatturiera d’Europa, che eccelle in alcuni segmenti come la meccanica industriale, particolarmente bisognosi di materie prime;
4°) se un paese svaluta la propria moneta, corre il rischio di una fiammata dell’inflazione a causa di un maggior costo delle materie prime importate, che indirettamente finiscono nel carrello della spesa. Senza contare che quando i prezzi aumentano troppo, la Banca Centrale tenta di fermarli aumentando anche i tassi di interesse, cioè il costo del denaro. In passato, il nostro paese ha effettuato più volte delle svalutazioni competitive della lira, guadagnandosi però un triste primato: quello di avere dei tassi d’interesse e una crescita dei prezzi altissimi, entrambi a due cifre.
Capite queste cosette, vediamo quanti saranno colori che sceglieranno di suicidarsi!!!