Attraverso un comunicato stampa del gruppo di minoranza consiliare al Comune di Rofrano è stato reso noto che, mercoledì 24, è stata pubblicata la sentenza del Tar di Salerno sul ricorso proposto lo scorso 29 settembre dal consigliere Giuseppe Viterale, capogruppo della minoranza, avverso il silenzio-rigetto serbato dal sindaco di Rofrano, Nicola Cammarano, su tredici richieste di accesso documentale. “Il Tribunale Amministrativo di Salerno ha accolto pienamente i rilievi di parte – si legge nel comunicato – sancendo l’obbligo di garantire il diritto dei Consiglieri di Minoranza alla visione e ad entrare nella disponibilità di dodici atti rispetto ai quali il Sindaco stesso, direttamente, nella sua qualità di capo dell’Amministrazione nonché di Responsabile dell’Area Economico-Finanziaria e Tecnico-Manutentiva, aveva risolutamente ed immotivatamente perpetrato opera di ostruzionismo“.
“L’intervenuta pronuncia riconosce come legittime e meritevoli di tutela le posizioni espresse dalla Minoranza già in sede extragiudiziaria – spiegano dalla minoranza – disponendo al Sindaco l’ordine di esibire i documenti e di provvedere al rilascio di copia entro 15 gg dalla comunicazione o notificazione della sentenza, con contestuale condanna alla refusione delle spese legali“. “La Sentenza demolisce i proclami di ‘Trasparenza e Partecipazione’, pomposamente invocati, nel programma elettorale della Lista Cambiamo Rofrano, come ‘principi ispiratori di ogni Amministrazione Comunale che si prefigge di porsi al servizio dei cittadini’ e su cui Cammarano, soltanto nel maggio scorso, fondava le sue promesse di cambiamento” attacca ancora il comunicato della minoranza rofranese.
“A sei mesi dall’elezione, il bilancio è quello di un’Amministrazione in evidente difficoltà , asfissiata da un Sindaco autocrate, confuso, riluttante al confronto politico, sprezzante delle regole democratiche, inerte o artefice di scelte di dubbia opportunità e legalità , rispetto alle quali egli stesso stenta o si rifiuta di dare doverose risposte ai cittadini – tuona il capogruppo all’opposizione, Viterale – Il Comune è un presidio di democrazia a tutela e per il progresso dell’intera collettività . Confido che la pronuncia del T.A.R. rinsaldi il buon senso del Primo Cittadino, finora tristemente subalterno ai suoi sodali più arrabbiati, affinchè cessi di considerarsi il padrone del Comune. A Rofrano, è la Minoranza ad occuparsi dell’interesse generale. La Maggioranza risulta ancora non pervenuta, ostaggio del Sindaco e delle sue bizze“.
– redazione –Â

Non conosco gli attori della vicenda, ma è indubbio che un Sindaco che rifiuta l’accesso agli atti, per giunta a un Consigliere comunale, viola scientemente l’art. 43 co. 2 del Tuel n. 267/2000 nonché gli artt. 22 e segg. della legge 7.8.1990, n. 241 e s.m.i. in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti e, per ciò stesso, commette reato punibile ex art. 328 c. p. . E’ un personaggio politico che non può, per carenza culturale e mancanza di senso civico, rappresentare i cittadini di un paese. Sono questi i soggetti che degradano i valori delle Istituzioni e i diritti della gente e allontanano i giovani dalle istituzioni. Un quisque de populo che non rispetta il suo popolo, perché il Consigliere è comunque un rappresentante dei cittadini e ha i medesimi diritti/doveri degli altri membri del Consiglio comunale. Ergo, occorre mandarlo a casa subito, magari a calci là dove men batte il sole!