Pochi giorni fa si รจ concluso, in Corte di Appello, il processo “Fonderie Pisano”, con la pubblicazione del dispositivo, mentre le motivazioni si conosceranno soltanto tra alcuni mesi. “Ci sembra doveroso chiarire alcuni punti della vicenda, in quanto su diverse testate sono state pubblicate notizie inesatte” afferma Lorenzo Forte dell‘associazione “Salute e Vita”.
“Appare doveroso rilevare che di recente, a seguito della pubblicazione dello studio di biomonitoraggio SPES condotto nell’area denominata Valle dell’Irno su un campione di 400 volontari residenti, รจ emerso un dato preoccupante, in quanto รจ stata registrata una concentrazione nel sangue di cadmio e mercurio in misura cinque volte superiore rispetto a quella dell’intera popolazione campana valutata – afferma Forte – Dati preoccupanti che hanno trovato conferma nelle successive relazioni peritali a cura del professor Annibale Biggeri e del dottor Francesco Forastiere, che sono gli stessi Consulenti Tecnici d’Ufficio designati dalla Procura di Taranto che hanno trovato il nesso di causalitร con l’ILVA, utilizzando metodi scientifici collaudati e che, allo stesso modo, hanno rilevato il nesso causale tra le patologie in eccesso nella zona e le Fonderie Pisano, come dichiarato nelle loro relazioni”.
Le risultanze dello studio, unitamente ad altri elementi di criticitร ambientale, hanno dato luogo all’apertura di un altro procedimento penale, attualmente pendente davanti all’Autoritร giudiziaria, a carico dei titolari dell’opificio, diretto ad appurare la sussistenza di un nesso di causalitร tra l’esposizione ad inquinanti provenienti dalla fabbrica e l’insorgenza di gravi patologie in coloro che vivono nell’area interessata.
“Occorre innanzitutto premettere che la pronuncia di primo grado ha escluso la rilevanza penale di diverse ipotesi di reato di natura ambientale in quanto sono state utilizzate, nei controlli, metodologie differenti da quelle previste, con ricadute sull’affidabilitร dei risultati raccolti, come riportato a titolo esemplificativo a pagina 45 e 64 della statuizione – precisa Forte – Nella sostanza, i tecnici preposti alle ispezioni, in diverse occasioni, hanno operato dei controlli commettendo, sicuramente in buona fede, alcuni errori, di cui si รจ giovata la difesa degli imputati. In numerosi casi รจ emersa, inoltre, la difficoltร di appurare con certezza la violazione ambientale contestata, in quanto le disposizioni vigenti in materia sono complesse e, quindi, anche di difficile interpretazione. Va perรฒ rilevato che la sentenza di primo grado ha ritenuto integrato il reato di cui all’art. 256 co. 2 del D. Lgs. n. 152/2006 con specifico riguardo alla condotta di deposito incontrollato di rifiuti. Alla statuizione di condanna si รจ accompagnato anche il riconoscimento di un danno all’ambiente, da quantificare in separata sede civile, in favore delle associazioni ambientaliste costituite e del Ministero dell’Ambiente. Ebbene, dal dispositivo della Corte di Appello emerge che il Collegio non ha ritenuto di prosciogliere gli appellanti dal reato di cui all’art. 256, limitandosi a dichiarare il reato prescritto, tanto รจ vero che permane in capo alle associazioni ed al Ministero dell’Ambiente la facoltร di agire in sede civile per ottenere la quantificazione del danno, giร riconosciuto”.
“Troppo spesso, – aggiunge Forte – ciรฒ che viene sentenziato nei Tribunali non corrisponde alla veritร storica e fattuale. Innanzi ad una proprietร che nega addirittura di invadere la Valle dell’Irno con una quotidiana puzza nauseabonda, cosa che invece si verifica da anni e sta avvenendo anche oggi, come ci confermano le decine di segnalazioni che ci arrivano ogni giorno, risponderemo sempre con la ricerca della veritร e con i fatti. Il dramma che vive chi risiede o lavora nell’area delle Fonderie Pisano non si cancella“.
Lorenzo Forte sottolinea la motivazione della preoccupazione: “La conferma delle nostre preoccupazioni arriva purtroppo con l’ultimo decesso, in ordine di tempo, proprio dello scorso 18 luglio: l’ennesimo operaio morto di patologie ai polmoni. Aveva 67 anni, come apprendiamo dal manifesto funebre affisso davanti alle Fonderie Pisano e lavorava, anche lui, nella fabbrica che viene definita esiziale nel 2018, ovvero negli anni successivi ai fatti ai quali si riferisce questa sentenza che grida giustizia – prosegue – Di appena un paio di settimane fa รจ anche la notizia della morte di un altro loro dipendente per malattie polmonari, questi inserito addirittura all’interno delle 50 cartelle analizzate dai consulenti tecnici d’ufficio della Procura di Salerno e per il quale veniva espressa una concreta possibilitร di correlazione tra la sua malattia e questo stabilimento in cui ha lavorato. Pertanto portiamo queste due perdite umane solo a titolo esemplificativo per chiedere alla Procura che si facciano le dovute verifiche ed indagini per accertamenti di eventuali correlazioni”.
“Questa sentenza รจ una sconfitta per lo Stato, ma ricordiamo anche che a carico della proprietร Pisano ci sono altri procedimenti penali aperti. ร sempre piรน evidente che, oltre ad un imprenditore senza scrupoli che mistifica la realtร , lo stesso ha spesso trovato, nei decenni passati, una serie di complicitร in chi dovrebbe tutelare il diritto alla salute e che gli hanno garantito l’impunitร – afferma Forte – Ma abbiamo una certezza di fronte a tante ingiustizie: noi non ci fermeremo, andremo avanti perchรฉ siamo convinti di avere dalla nostra parte la veritร storica. Questa รจ una sentenza che riguarda solo alcuni anni e che non รจ stata in grado di accertare, a nostro giudizio, la veritร a causa di errori da parte di chi doveva invece garantire la salute pubblica”.
Il presidente di “Salute e Vita” si รจ espresso anche in merito alla geolocalizzazione delle Fonderie: “In merito all’accusa della proprietร , la quale afferma che siano le residenze dei cittadini ad essere abusive, la stessa la rimandiamo al mittente ricordando che le Fonderie Pisano, sin dal 2006, anno in cui il quartiere Fratte non รจ piรน zona industriale, hanno avuto la possibilitร di delocalizzare e poter realizzare centinaia di appartamenti al posto dello stabilimento. Delocalizzazione che perรฒ non รจ mai avvenuta per responsabilitร gravissime della proprietร , la cui fabbrica obsoleta e dannosa per la comunitร รจ stata ritenuta giร da anni vetusta ed assolutamente incompatibile con il contesto urbano nel quale รจ inserita“.
“Non indietreggeremo di un millimetro sulla volontร di pretendere tutta la veritร e la giustizia che i nostri cittadini meritano – conlcude – . Non ci fermeremo, non ci lasceremo intimidire dall’arroganza del potere, perchรฉ siamo noi sul territorio e continueremo ad essere la voce di chi vive la Valle dell’Irno“.