“I dati diffusi dall’Istat sulla povertà delle famiglie devono far riflettere quanti sono impegnati nella gestione delle politiche pubbliche. In Basilicata diminuisce l’indice di povertà relativa, che presenta un dato migliore delle altre regioni del Sud, ma la situazione è comunque preoccupante come osservano gli stessi animatori della Caritas, considerato che alla crisi sociale generata negli ultimi due anni dalla pandemia si aggiungono oggi le incertezze determinate dalla guerra in Ucraina, con l’aumento incontrollato dei costi dell’energia e dei beni di prima necessità. Tutti fattori che incidono e incideranno soprattutto sulle famiglie più povere.”. A commentare i dai Istat sulla povertà è il vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla Salute e alle Politiche sociali Francesco Fanelli secondo cui le famiglie lucane sono ancora in difficoltà economica.
Su tutto il territorio nazionale la povertà assoluta è la condizione più preoccupante: 5,6 milioni di persone non riescono ad acquistare beni e servizi considerati essenziali per un vita dignitosa. Nessuna variazione rispetto al 2020, anno della pandemia, quando il dato ha toccato il suo massimo storico. Nel 2021 la spesa delle famiglie meno abbienti è rimasta contenuta e l’inflazione ha cominciato a pesare sui redditi dei consumatori. Sempre drammatica la condizione dei minori: un milione e 400 mila i bambini e gli adolescenti in uno stato di disagio economico. La Basilicata, nonostante resti l’area più svantaggiata con un’incidenza doppia rispetto al dato nazionale, fa meglio di tutto il Sud.
“In questo quadro – prosegue ancora Fanelli – il Governo regionale è impegnato a costruire le condizioni per una ripresa delle attività economiche, che è la via maestra per generare occupazione e sviluppo, ma allo stesso tempo occorre rafforzare le misure di contrasto alla povertà, che sono un argine importante per aiutare le famiglie in difficoltà, con figli, intorno alle quali si deve costruire la rete della solidarietà attraverso l’intervento coordinato delle istituzioni pubbliche e del privato sociale”.