Si è tenuta ieri sera a Padula la presentazione del libro “Il progetto di Francesco. Dove vuole portare la Chiesa” di Paolo Rodari, giornalista del quotidiano “La Repubblica”, a cura del Circolo Sociale Carlo Alberto 1886, con il patrocinio della Città di Padula.
All’incontro, moderato dal giornalista e scrittore Geppino D’Amico, hanno preso parte,insieme all’autore, Felice Tierno, presidente del Circolo Carlo Alberto 1886, Paolo Imparato, sindaco di Padula, Angelo Paladino, presidente dell’ Unione Giuristi Cattolici Italiani Sala Consilina, don Tonino Cetrangolo, Consulente Ecclesiastico UGCI Sala Consilina.
Il libro, una straordinaria conversazione di Paolo Rodari con Monsignor Víctor Manuel Fernández, il teologo da sempre più vicino a Bergoglio, è stato analizzato con grande precisione da don Tonino Cetrangolo e da Angelo Paladino, che hanno messo in evidenza alcuni aspetti fondamentali del pontificato di Papa Francesco.
Don Tonino Cetrangolo ha sottolineato “la cultura dell’inclusione di Papa Francesco”, con riferimenti all’esortazione aspostolica “Evangelii Gaudium”, che sviluppa il tema dell’annuncio nel mondo attuale.
Per il Pontefice, la Chiesa è in uscita, con le porte aperte, come sottolineato sin dall’inizio del Giubileo della Misericordia: “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade – dice Papa Francesco – piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”.
Una “rivoluzione gentile”, che sta sconvolgendo la Chiesa: il libro affronta in dettaglio tutti i grandi snodi dell’attuale pontificato, come il rapporto tra l’annuncio della misericordia divina e la sottolineatura delle esigenze etiche, l’esigenza di una Chiesa “fuori” e in permanente stato di missione, le resistenze ecclesiastiche rispetto all’originalità della proposta di Francesco, il fortissimo senso di “popolo” insito nella mentalità del pontefice sudamericano.
“Dall’indifferenza globale alla misericordia globale”, questo uno dei messaggi importanti di Papa Francesco, ricordato da Angelo Paladino.
“Con Bergoglio è arrivato un cambiamento fortissimo e che ci fosse un cambiamento in atto lo si è visto già la sera del 13 marzo 2013, quando si è affacciato alla loggia centrale della Basilica Vaticana, innanzitutto perchè ha scelto di chiamarsi Francesco – ha sottolineato Paolo Rodari – Richiamarsi a San Francesco d’Assisi significa dare una linea precisa al proprio pontificato, significa dire: “Io sono il Papa degli ultimi, dei poveri, sono il Papa che va incontro ai reietti di oggi, agli scartati”, non solo alle popolazioni povere, ma a tutti coloro che nei nostri paesi si sentono scartati, a coloro che, a motivo della loro condizione di vita o del loro peccato, si sentono esclusi anche dalla stessa Chiesa“.
“Pensiamo ai divorziati risposati, a chi ha avuto situazioni familiari non lineari, ma anche agli omosessuali – ha evidenziato Paolo Rodari – Bergoglio dice: Gesù c’è anche per voi”.
– Filomena Chiappardo –