Si è tenuta a Rotterdam, dal 13 al 15 settembre scorso, la Conferenza Internazionale sulla Malattia di Behçet (ICBD), il più importante evento dedicato alla malattia che richiama medici e ricercatori di diverse discipline da ogni parte del mondo e a cui ha preso parte il Dipartimento di Reumatologia dell’ospedale “San Carlo” di Potenza che, sin dalla sua fondazione, ha sempre rivolto una grande attenzione alla Malattia di Behçet”, così come dichiarato dalla dottoressa Angela Padula, Direttore dell’Unità di Reumatologia.
“Dopo la precedente conferenza mondiale sulla Malattia di Behçet, – spiega la dottoressa Padula – che abbiamo avuto l’onore di organizzare ed ospitare a Matera, è stata la volta dell’Olanda. Anche in questa occasione il nostro gruppo si è distinto a livello internazionale per il suo contributo scientifico, rappresentando l’Italia insieme soltanto ai colleghi di Firenze. Questi riconoscimenti sono frutto di costanti sforzi nelle attività clinico-assistenziale e di ricerca che quest’anno, peraltro, sono culminate con la pubblicazione delle raccomandazioni sulla terapia della Malattia di Behçet proposte sotto l’egida dell’EULAR, la società scientifica reumatologica più prestigiosa d’Europa. Il nostro Dipartimento ha infatti partecipato attivamente a questo progetto e nel corso degli ultimi mesi inoltre sono stati anche pubblicati i lavori di revisione sistematica della letteratura effettuati dal collega Pietro Leccese del nostro Centro e da Yesim Ozguler dell’Università Cerraphasa di Istanbul”.
Durante il congresso di Rotterdam tra le 9 comunicazioni orali è stata selezionata una della Reumatologia lucana presentata dalla dottoressa Maria Carmela Padula, Senior Laboratory Researcher, che ha presentato i risultati di uno studio genetico condotto su pazienti italiani affetti da Malattia di Behçet ed effettuato in collaborazione con il professor Giuseppe Martelli dell’Università degli Studi della Basilicata.
Nella sessione posters sono stati presentati dalla dottoressa Lascaro e dalla dottoressa Padula altri tre lavori, due studi genetici relativi a diversi marcatori di rischio della patologia ed uno studio clinico che si è focalizzato sulle differenze di genere in pazienti italiani affetti da Malattia di Behçet.
Il dottor Leccese, il più giovane membro del Consiglio della Società Internazionale della Malattia di Behçet ed unico italiano insieme al professor Salvarani dell’Università di Modena-Reggio Emilia, inoltre è stato moderatore della sessione “Nature or Nurture?”, un interessante dibattito sul contributo dei fattori genetici da una parte ed i fattori ambientali dall’altra nel determinare la suscettibilità alla malattia. L’apertura della conferenza è stata dedicata con un minuto di silenzio al professor Ignazio Olivieri, in segno di riconoscimento dell’alto profilo umano e professionale del compianto professore.
“La ricerca, l’aggiornamento e la formazione continua sono mission fondamentali e pilastri su cui si fonda la Reumatologia lucana – ha affermato la dottoressa Angela Padula – la forte motivazione personale, il lavoro di squadra dell’équipe, formata peraltro da molti giovani, ed il supporto delle istituzioni sono elementi essenziali per proseguire nei nostri progetti”.
Nell’ambito delle malattie rare l’impegno della Reumatologia lucana continua con l’imminente convegno dal titolo “Dall’Artrite reumatoide alle malattie rare” che si svolgerà sabato 22 settembre presso il Palazzo degli Uffici dell’Azienda Ospedaliera “San Carlo” e che vedrà coinvolti pediatri, nefrologi, ematologi, dermatologi, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta.
– Chiara Di Miele –