Leo De Berardinis ricordato a Gioi a 10 anni dalla morte. Il grande drammaturgo, originario del borgo cilentano dove è nato il 29 dicembre 1939, è stato omaggiato con un’iniziativa articolata in distinti momenti che hanno voluto abbracciare sia gli aspetti teorici che quelli pratici della sua grande stagione teatrale, feconda ed estrema come poche. In questo viaggio di arte e conoscenza è stata intitolata la via prospiciente la casa natìa dell’attore e scoperta la lapide su cui è scritto “Nato in questa piccola casa cresciuto nell’universo nazionale. Uomo tra i grandi del teatro nazionale. Maestro per generazioni di attori. Uomo avverso a una cultura che addormenta e addomestica, ricercatore dell’insopprimibile senso del nuovo, grido d’allarme contro la perdita di valori”, da parte del sindaco Andrea Salati, della figlia Carola e della sorella Annamaria.
A seguire il convegno di studi sulla figura di De Berardinis coordinato da Antonietta Cavallo, alla presenza del sindaco di Gioi, del senatore Alfonso Andria, del professore Michele Santangelo, del giornalista e scrittore Antonio Pesca, dello scenografo Enrico Bernard, di Carmen Lucia, autrice di un saggio pubblicato da Treccani su De Berardinis, di don Guglielmo Manna, parroco di Gioi e proprietario della casa natìa di Leo. Giuseppe Albini ha invece letto un’interessante testimonianza dell’attrice Elena Bucci componente del nucleo storico del teatro di De Berardinis.
“Leo De Berardinis – ha affermato il sindaco Salati – era animato da un unico sentimento, ritornare a Gioi, da adulto. L’avvocato Giovanni Bianco, che aveva lavorato con il padre presso la Pretura, a Bologna per gli studi del figlio, incuriosito dal cognome andò a conoscerlo al suo Teatro. Gli parlò molto di Gioi e vedendolo molto interessato al ritorno mi spronò a riportarlo nel suo paese natio. Ricordo ancora il suo entusiasmo che traspariva in quelle telefonate che avemmo per stabilire modi e tempi per la sua venuta a Gioi, che fu fissata per fine settembre 2001, ma tutto andò in fumo per quella maledetta fatalità in sala operatoria”.
Nel corso dell’omaggio al grande drammaturgo non sono mancati i coinvolgimenti di linguaggi musicali e pittorici. Michelangelo D’Urso e Toni Di Matteo hanno intramezzato con brani musicali le qualificate relazioni, mentre la mostra d’arte, che ha riscosso successo di critica e di pubblico facendo da cornice e impreziosendo la manifestazione, ha dato attraverso i dipinti una visione del pensiero di Leo De Berardinis. Un ritratto del drammaturgo è stato presentato da Rosalba Ruggiero che ha così lo ha fatto rivivere, i cavalli dipinti da Mario Romano hanno dato il senso dell’irrequietezza e dello scalpitio di Leo, Yvonne Zellweger ha invece proposto una fiabesca immagine colorata che ha rappresentato il superamento della realtà che era tra gli obiettivi dell’attore, il paesaggio invernale che lo accolse è stato opera di Enzo Marotta, Maria Rosia Verrone con un paesaggio marino ha invece rappresentato la sua visione futuristica, l’amore per il mare è stato raffigurato da Romilde Carelli, l’andare via alla ricerca di nuovi spazi da Franco Vertullo, la semplicità rappresentata da due vasi di fiori di Giovanni Maio e il saper dare il giusto valore alla piccole cose della vita è stata la metafora presentata nell’opera da Lina Di Lorenzo.
– Chiara Di Miele –