Le associazioni degli operatori del commercio su aree pubbliche Anva Confesercenti regionale, Assocampania e Aicast hanno ottenuto dalla Regione Campania un confronto sulle disposizioni dell’ordinanza numero 10 del 21 marzo.
L’ordinanza, si ricorda, dispone fino al 5 aprile la sospensione dei mercati rionali e settimanali (tranne le attività legate alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici esclusivamente nei negozi/box con allaccio diretto alla rete idrica).
La riunione si è svolta oggi alla presenza di Aniello Ciro Pietrofesa (Anva Confesercenti), Vincenzo Speranza (Assocampania), Antonio Vitale (Aicast), Franco Picarone (presidente Commissione Bilancio Regione Campania), Bruna Fiola (consigliere regionale), Antonio Marchiello (assessore Attività Produttive Regione Campania).
“Abbiamo chiesto urgentemente questo incontro – spiega Pietrofesa – in quanto riteniamo errato il dettato dell’ordinanza laddove non permette la vendita alimentare nelle aree mercatali se non nei casi in cui, al loro interno, siano presenti negozi/box provvisti di allaccio diretto alla rete idrica. Il richiamato DPCM del 2 marzo 2021, nel regolare le attività commerciali in zona rossa, all’articolo 45 fa espressamente riferimento alle aperture delle attività mercatali ‘dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici’. Decontestualizzato, poi, il richiesto requisito dell’allaccio alla rete idrica. Davvero la Regione crede che la presenza di un fontanino per banco alimentare incida sulle dinamiche del contagio? Ricordiamo alla Regione Campania, alla sua Unità di Crisi ed a chi scrive le ordinanze che il Ministero della Salute vincola la presenza del punto-acqua ai soli banchi di vendita ittica. Per tutti gli altri prevede che esso sia presente nei pressi, anche in comune”.
“Tutti i nostri mercati rispettano i requisiti di legge – aggiunge Pietrofesa – Tanto che, per ognuno, i rispettivi Comuni emettono e rilasciano il nulla osta sanitario. I mercati sono luoghi sicuri: lo screening fatto a Torrione lo dimostra: su 400 test antigenici sono risultati zero positivi. Questa ordinanza chiude le vendite all’aperto e apre quelle al chiuso a tutto beneficio dei supermercati, determina grandi affluenze nelle loro corsie spesso al di sotto del metro di ampiezza con consumatori a fare acquisti ‘gomito a gomito’ e file alle casse, determina la conseguenza dell’innalzamento dei prezzi dei beni di prima necessità acuendo la crisi di fette sempre più ampie di popolazione, danneggia enormemente la nostra categoria già ampiamente colpita dalla crisi. Oggi la Campania è l’unica regione in Italia a mantenere i mercati chiusi: negli ultimi pochi mesi accusiamo la scomparsa di mille delle 28mila imprese del nostro settore”.
“Quest’ordinanza è inaccettabile, sbagliata e rappresenta un errore strategico della Regione – commenta Speranza – essa parte dall’assunto che i mercati siano fonte di contagio quando, invece, i contagi sono in aumento proprio in regime di mercati chiusi. L’unico risultato è di gettare sul lastrico 28mila famiglie. Chiediamo alla Regione il ritiro o la modifica del documento dando la possibilità di aperture alla vendita anche dei generi non alimentari ma di prima necessità”.
L’assessore Marchiello, il presidente Picarone e il consigliere Fiola hanno chiesto alle tre associazioni di produrre in tempi rapidi un documento unitario con l’argomentazione puntuale delle osservazioni.
– Claudia Monaco –
Una disposizione scritta malissimo per ben tre volte consecutive. Si usano termini impropri in merito alla tipologia di esercizi commerciali. Siamo in presenza di mercati e le occupazioni di suolo pubblico sono definite “posteggi”. Altra criticità e confusione si rileva in funzione della logicità dell’uso del termine negozi/box. Và rilevato altresì il continuo ripetersi del concetto di ” prossimità”, anche in questo senso è da definire l’ambito di applicazione e del suo utilizzo visto che fuori dalle aree mercato gli esercizi commerciali di cui trattasi vanno giù in deroga alle chiusure. La disposizione riguarda i mercati non altre forme di vendita. Si vuole la chiusura completa dei mercati ed allora doveva essere scritta diversamente ed in modo semplice! Altra problematica riguarda, poi, i mercati ” in sede propria” nei medesimi è possibile regolare gli ingressi ed il rispetto delle norme anti Covid 19, questi non sono stati esclusi dalla chiusura ed è, chiaramente, una carenza assurda. Non vengono prese in considerazione le norme generali. In merito, silenzio totale anche dalle rispettive Associazioni di categoria. C’è una discriminazione illogica in merito a tale disposizione!