Minacciano di chiudere le industrie agroalimentari che da anni operano nella zona industriale di Buccino, impiegando centinaia di operai provenienti dai paesi dell’area del Cratere, gli imprenditori campani, preoccupati dall’ipotesi di delocalizzazione delle Fonderie Pisano nel lotto di proprietà Asi dell’ex azienda “Metalli e Derivati” a Buccino.
Una vicenda che sta suscitando numerose polemiche tra gli imprenditori che hanno fatto dell’agroalimentare e della tutela dell’ambiente, il core business delle attività industriali che puntano sempre di più alla produzione biologica.
È il caso dell’azienda di Francesco Franzese che si occupa della trasformazione e lavorazione in conserve di pomodori e peperoni prodotti nella Piana del Sele e in Puglia. “Ho investito su Buccino 18 anni fa perché è una terra baciata da Dio – racconta Franzese – Prima di arrivare a Buccino lavoravo nel napoletano e nell’agro ma sono stato costretto ad andare via e nel Cratere ho trovato il luogo ideale dove investire perché i terreni e le sorgenti di Buccino sono sani e questo garantisce e certifica la bontà e l’eccellenza in tutta la filiera della produzione e della trasformazione fino alla vendita del prodotto“.
“Se l’ipotesi della delocalizzazione delle Fonderie a Buccino dovesse concretizzarsi – aggiunge – mi troverò costretto a chiudere la fabbrica e a licenziare i miei 400 operai di Buccino e della Valle del Sele. Non ho nulla contro gli altri imprenditori ma non è pensabile mettere insieme aziende impattanti con industrie agroalimentari”.
Intanto si è allargato il fronte dei “no” all’ipotesi di delocalizzazione delle Fonderie Pisano nel Cratere dove nei giorni scorsi dopo la deliberazione unanime di contrarietà alle fonderie da parte del Consiglio comunale di Buccino e dei sindaci della Comunità Montana Alto e Medio Sele, si sono aggiunti anche i comuni di Sicignano degli Alburni, di Caggiano e dell’Alta Irpinia, mentre è attesa nelle prossime settimane l’istituzione di una commissione Asi che aprirà le buste sigillate con le offerte delle aziende che hanno partecipato al bando per l’assegnazione dei lotti.
– Mariateresa Conte –
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Mi fa piacere di questa presa di posizione dell’imprenditore Francese, che,comunque, non scongiura il problema inquinamento che esiste da anni nell’area industriale di Buccino .Tutti sanno e giammai è stata avanzata alcuna forma di protesta.Come mai si subisce la lavorazione di 300 tonnellate al giorno di percolato,stipato in vasche all’aperto,che sprigiona nell’aria gas e odori nauseabondi? Come mai proprio a fianco all’industria Franzese insiste la lavorazione di materiali ferrosi nocivi e non? Come mai fino a qualche anno fa si è consentito alla Profilati Italia di sprigionare dai forni elementi inquinanti e dannosi come ossido di alluminio? Come mai non è stato detto o fatto nulla, per la industria che produce calcee ossido di magnesio, che lavora biomasse e sprigiona dai forni nell’aria pulviscolo e gas vari? Come mai soltanto a novembre 2017, fuori termine massimo, scaduto il 23 Aprile, la ICAB di Franzese si è opposta all’insediamento proprio di fronte della Buoneco srl ,che dovrà lavorare rifiuti pericolosi con produzione anche di percolato per 119.000 tonnellate all’anno?Si faccia chiarezza e si pretenda che nell’area industriale di Buccino, sia garantito un ambiente sano e ,soprattutto, non vi sia l’attentato continuo alla salute.