Il consigliere regionale Tommaso Pellegrino, attraverso un’interrogazione al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, affronta la problematica relativa all’anno scolastico 2022/23 degli istituti dimensionati a reggenza sul territorio regionale.
È in corso la procedura di reclutamento di dirigenti scolastici nelle scuole statali nell’ambito del concorso nazionale mirati all’assegnazione ai ruoli regionali. Lo scorso 8 agosto il Ministero dell’Istruzione, dopo la pubblicazione della graduatoria generale di merito, ha comunicato che per le immissioni dell’anno scolastico 2022/23 risultano vacanti e disponibili 317 posti di dirigente scolastico nelle sole regioni della Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto, per i quali è stata concessa autorizzazione all’immissione in ruolo dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero della Pubblica Amministrazione. È confermata l’assenza di posti disponibili in Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. La Campania sarebbe addirittura a -36 posti. Tale anomalia è dettata dalla mancata applicazione della legge 79/2022 con cui è stato disposto che, ai fini delle operazioni di conferimento e mutamento d’incarico dirigenziale, possano essere assegnate anche le cosiddette scuole dimensionate per legge di bilancio. In sostanza, ai fini del reclutamento sono stati tenuti in conto solo i posti a tempo indeterminato senza aver considerato che il legislatore aveva già previsto il numero minimo di studenti che le scuole devono raggiungere per avere un proprio dirigente scolastico e un Direttore dei Servizi Generali Amministrativi, abbassato rispettivamente a 500 e 300 studenti (nelle piccole isole e nei comuni montani).
Solo le scuole sotto tale soglia di alunni devono essere assegnate a reggenza, tutte le altre dimensionate devono avere un dirigente con incarico a tempo determinato di due anni in attesa, per assorbimento, di essere trasformate a tempo indeterminato. “Ciò garantirebbe l’inserimento dei Presidi negli istituti del nostro territorio altrimenti costretti a ingiusta e ingiustificata reggenza – spiega Pellegrino – creando così un palese disagio sia all’amministrazione scolastica che agli alunni e alle famiglie nell’ambito del diritto allo studio che deve essere efficientemente garantito su tutti i livelli. Tale discordanza applicativa nell’ambito della Pubblica Istruzione sta creando un disagio insostenibile per le strutture scolastiche e le giovani generazioni di studenti del territorio campano considerato che, se non si interviene per risolvere l’anomalia, circa 49 istituzioni scolastiche in Campania andranno a reggenza, nonostante, ai sensi di legge, risulterebbero scuole dimensionate e quindi ammesse alla mobilità per l’inserimento di dirigenti scolastici, seppur a tempo determinato per i primi due anni“.
Con questo quadro il rischio è che la Campania, oltre a non avere presidi nelle sedi vacanti che continueranno ad andare a reggenza, resti fuori dal prossimo concorso per dirigenti scolastici in quanto inquadrata come regione con posti zero, soprattutto se il nuovo concorso sarà impostato su base regionale.
“È a rischio anche il destino dei dirigenti vincitori del concorso del 2017 della Campania che potrebbero essere reclutati nelle istituzioni scolastiche di altre regioni, causando la beffa oltre il danno già evidente alla gestione e all’amministrazione scolastica sul territorio campano” prosegue Pellegrino.
Il consigliere capogruppo di Italia Viva chiede quali iniziative la Giunta della Campania, nell’ambito della concertazione con il Governo centrale tramite la Conferenza Stato-Regioni, intende predisporre al fine di evitare che le scuole qualificate come dimensionate sul territorio campano per l’anno scolastico 2022/23 risultino prive di dirigente scolastico, quindi a reggenza, tenuto conto dell’inserimento e della mobilità scaturente dal concorso nazionale del 2017 e dalla relativa mancata applicazione della legge 79 del 2022.