“La piaga delle morti bianche registrate nel 2018, secondo i dati Inail recentemente pubblicati, ci consegna lāennesimo triste primato: in Campania si registra infatti il numero più alto di incidenti mortali sul lavoro, assieme allāincremento maggiore di morti rispetto ai dati del 2017. Eppure, nonostante lāindignazione, gli appelli, le rituali passerelle annuali di istituzioni e politica, questo ĆØ uno scempio che va fermato. Inutile continuare a contare i morti senza una reazione seria”.
Ć questo il commento della Cgil Campania, in una nota a firma del segretario generale, Nicola Ricci e di Ileana Remini, rispetto al rapporto Inail riguardante le morti sul lavoro nellāanno appena concluso.
“Appena un mese fa Cgil, Cisl, Uil e Confindustria ā ricordano Ricci e Remini – hanno siglato un importante accordo sui temi della salute e della sicurezza sul lavoro, nel solco del ‘patto per la fabbrica’ che se applicato in maniera diffusa può di sicuro contribuire ad unĀ miglioramento delle condizioni materiali dei lavoratori. Questo però non sarĆ efficace senza un intervento deciso e netto delle istituzioni, e di quelle di prossimitĆ innanzitutto. Per questo chiediamo alla Regione Campania di intervenire fattivamente per combattere lavoro nero e precario attraverso un incremento delle ispezioni ed un ruolo non solo ānotarileā del comitato ex art.7 attraverso la promozione di campagne mirate e diffuse soprattutto nelle piccole e medie imprese che rappresentano lāossatura del sistema produttivo”.
Cgil Campania chiede a gran voce un ruolo decisivo di pressione nei confronti del Governo nazionale teso al potenziamento delle agenzie uniche ispettive con i necessari innesti di personale e lāappoggio alle organizzazioni sindacali “affinchĆØ venga finalmente introdotto il reato di omicidio sul lavoro modificando il codice penale”.
“La Cgil Campania ā concludono Ricci e Remini – cāĆØ ed ĆØ pronta a fare come sempre la sua parte per fermare questo scempio e promuoverĆ , nei prossimi mesi, tutte le azioni di lotta utili a fermare questo scempio, a partire da un incontro con Confindustria e le altre organizzazioni sindacali confederali che recepisca il āpatto per la fabbricaā sul territorio regionale e lo adatti alle esigenze del nostro sistema produttivo”.
– Claudia Monaco –