Su disposizione della Procura della Repubblica di Potenza, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ed il GICO della Guardia di Finanza di Potenza hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale e reale, emessa dal G.I.P nei confronti di uomo di Pietrapertosa, già amministratore unico e socio di maggioranza di una rivendita auto di Potenza, indagato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele ed altro.
In particolare, nei confronti dell’imprenditore è stata notificata la misura interdittiva del divieto temporaneo, per 12 mesi, di esercitare attività professionali o imprenditoriali. Contestualmente, a carico di tutti gli indagati e delle aziende di cui questi ultimi sono titolari, è stato eseguito il provvedimento di sequestro preventivo, diretto e per equivalente, per un importo complessivo di oltre 1,3 milioni di euro, corrispondente al valore delle imposte evase. Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di una serie di attività d’indagine nei confronti della rivendita di auto nel corso delle quali è stata sottoposta a verifica la contabilità relativa agli anni di imposta 2014, 2015, 2016 e 2017.
Ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva, le attività d’indagine, dunque, hanno permesso l’acquisizione di dati che hanno portato alla ricostruzione di un quadro indiziario ritenuto grave, con riguardo ad una frode all’IVA realizzata mediante la commercializzazione di auto provenienti da Paesi dell’Unione Europea, con fittizia schermatura contabile di imprese dislocate in altre realtà territoriali (Campania, Puglia e Calabria) ed in particolare con il coinvolgimento a livello indiziario di alcuni imprenditori di Modugno, Cariati ed Eboli. Sono tutti operanti nel settore del commercio di autoveicoli, indagati per emissione di fatture per operazioni inesistenti e sottoposti a perquisizione. Sono stati inoltre raggiunti da un decreto di sequestro preventivo.
Sono emersi fenomeni d’interposizione fittizia nelle fasi di acquisto e di immatricolazione delle auto nel pubblico registro automobilistico che avrebbero permesso alla rivendita di dissimulare gli effettivi acquisti delle auto presso i fornitori comunitari al fine di evadere l’obbligo del pagamento preventivo dell’IVA all’atto della nazionalizzazione dei veicoli, nonché di detrarre indebitamente l’imposta esposta sulle fatture.
L’imprenditore potentino già lo scorso anno era stato destinatario di una misura di prevenzione patrimoniale disposta dal Tribunale, essendo stata ricostruita a suo carico una notevole sproporzione tra i redditi dichiarati rispetto al tenore di vita.
E’ stata inoltre data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso sempre dal Tribunale di Potenza su richiesta di questo Ufficio giudiziario nei confronti di un altro imprenditore lucano, titolare di una società operante nel settore dell’elettronica di Tito, indiziato per aver omesso il versamento delle ritenute dovute, quale sostituto d’imposta, per oltre 220mila euro.