Il segretario territoriale del sindacato Nursind Biagio Tomasco scrive all’ASL Salerno in merito alle criticità dell’ospedale di Vallo della Lucania. Nel DEA di I Livello Vallo della Lucania – Agropoli insistono tutte quelle attività legate alle reti tempo dipendenti che normalmente un DEA di I Livello dovrebbe garantire. Ad oggi persistono forti criticità tra cui carenza di medici, infermieri e OSS, mancato avvio delle procedure concorsuali per dirigenti di II Livello (primari), mancata definizione delle mission dei plessi di Vallo della Lucania ed Agropoli, mancata revisione del sistema territoriale del 118. Il pensionamento ha inciso in maniera abbastanza evidente sulla dotazione organica assegnata al DEA, ma allo stesso tempo si è permessa la fuoriuscita di personale senza che fosse garantita la compensazione con altro in entrata.
Ci sono reparti che non hanno la presenza della figura apicale del dirigente di II Livello, i primari, e questo molto ha influito sulla capacità attrattiva del DEA, cosa che a lungo andare ha contratto i livelli operativi con ovvi risvolti anche sulla necessità di arruolare nuove leve per mantenerli. In particolare l’assenza dei dirigenti di II Livello si registra presso Pronto Soccorso e medicina d’Urgenza e Accettazione, Neuroradiologia, Rianimazione, Radiologia Medica, Cardiologia, Centro Trasfusionale, Chirurgia Vascolare, Neurochirurgia, Medicina Generale, Pediatria e Malattie Infettive e Tropicali. Nell’Ortopedia e Traumatologia vi è un dirigente di II Livello a scavalco tra Vallo e Sapri. Da ultimo, il concorso bandito e mai espletato per la direzione medica di presidio.
“La situazione, che è al limite del collasso, non può essere risolta se non attraverso l’emanazione dei bandi di concorso per figure apicali che debbano essere perorati dall’intera comunità insistente nell’area di pertinenza del DEA oltre che dalla politica locale, ad oggi deficitaria su questo fronte” scrive Tomasco.
“Il servizio di cardiologia non garantisce un’operatività minima, poiché lo stesso cardiologo (unico in turno) deve garantire il servizio, il reparto, la terapia intensiva, i Pronto soccorso, i ricoveri – prosegue – La situazione che vede poi la neurochirurgia e la chirurgia vascolare mette a rischio l’assistenza dei pazienti politraumatizzati che il 118 continua a trasferire presso il Pronto Soccorso del San Luca, che in questo modo si ritrova ad affrontare emergenze senza il necessario intervento di tutte le figure specialistiche previste. Sul fronte della carenza infermieristica il dato allarmante è legato all’avanzare dell’età media dei lavoratori che si aggira sui 55 anni, cosa per cui nel giro di pochi anni l’attuale carenza si aggraverà ancor di più per effetto delle cessioni dal servizio. Anche in questo caso la soluzione sarebbe quella di emanare dei bandi per l’assunzione di personale infermieristico finalizzati all’inserimento nel DEA di Vallo – Agropoli con un fermo istituzionale di 5 anni nella sede di prima assegnazione, in modo da frenare ogni velleità di trasferimento e dando la consapevolezza che chi concorrerà lo farà solo ed unicamente per il DEA di Vallo – Agropoli“.
La proposta operativa è quella di rendere l’ospedale di Agropoli sempre più integrato con quello di Vallo della Lucania, riempiendolo di tutte quelle attività che ad oggi non insistono nell’ospedale “San Luca”, quali Centro Covid, Week Surgery e Camera Iperbarica. Contestualmente andrebbero potenziate le sale operatorie che potrebbero essere utilizzate tanto per gli interventi Covid, quanto per l’attivazione della Week Surgery ad oggi fondamentale per l’abbattimento delle liste di attesa, che risultano congelate proprio a causa della crisi pandemica.
Per Tomasco inoltre bisogna prevedere l’implementazione delle ambulanze sul territorio, magari prevedendo la sola presenza a bordo dell’infermiere che, per mezzo di atti medici delegati, possa precocemente prendere in carico il paziente sotto la guida della COT 118, in attesa dell’arrivo dell’automedica sul posto. Ma soprattutto, considerata la forte eterogeneità del territorio cilentano, i tempi di percorrenza, l’orografia, la viabilità ordinaria quasi sempre non disponibile, bisognerebbe effettuare un forte ragionamento sull’implementazione delle elisuperfici che renderebbero i soccorsi quasi immediati in ogni condizione ambientale e di viabilità .
Altro aspetto da considerare per Tomasco è quello legato alla creazione presso il polo di Agropoli di un reparto di lungodegenza in codice 56 e codice 60, che vada ad intercettare le esigenze riabilitative dei tanti anziani ricoverati a Vallo della Lucania e bisognevoli di recupero dal punto di vista riabilitativo. Oggi riescono a trovare alloggio unicamente presso le RSA ricadenti
nel territorio di competenza del presidio di Vallo della Lucania, dove vengono accolti ma senza la garanzia costante di quanto richiesto per il loro reinserimento sociale. Il vecchio atto aziendale dell’ASL Salerno assegnava al “San Luca” 20 posti letto di lungodegenza riabilitativa, mai attivati e quindi facilmente dislocabili presso Agropoli.