Lettera del professore Rocco Cimino alla redazione
Chi apre la porta di una scuola chiude una prigione. È una frase che ho ascoltato durante l’omelia tenuta da Sua Eccellenza Padre Antonio De Luca in occasione dell’apertura della Porta Santa per le celebrazioni del trecentocinquantesimo anniversario della nascita di Santa Lucia Filippini. Devo dire, con tutta sincerità, che ascolto, con grande interesse e attenzione, le parole del nostro Vescovo che dilatano gli orizzonti culturali, umani e sociali, essendo dotato di un lessico forbito, di un patrimonio culturale notevole e di una capacità comunicativa accattivante.
La frase di Victor Hugo “Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione” è di una bellezza assoluta e ha in sé una verità indiscutibile. Infatti, la scuola se non viene meno alla sua funzione educativa ed istruttiva, formerà dei cittadini liberi, onesti, preparati ed operosi. E come si possono raggiungere gli obiettivi della libertà di pensiero, di discernere ciò che è giusto o sbagliato, di saper fare scelte ponderate, di saper interpretare la realtà, di saper valutare la realtà e…?
La scuola, secondo il mio modesto parere, dovrebbe abituare gli studenti al rispetto delle regole, allo studio serio, al valore della cultura, al confronto, ad accettare idee diverse dalle proprie, alla discussione civile. La scuola è un’istituzione fondamentale per la crescita di un popolo e di un Paese non solamente da un punto di vista culturale, ma anche economico e civile.
Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere, affermava giustamente Pietro Calamandrei e ciò, secondo il mio modesto parere, si potrà ottenere attraverso uno studio serio, approfondito proponendo ai discenti passi significativi di scrittori come Hugo, Baudelaire, Flaubert, Dostoevskij, Pirandello, Verga, Manzoni, Camilleri, Oriana Fallaci per citarne alcuni dando vita ad un dibattito in classe per avviare gli studenti ad una riflessione attenta delle problematiche sociali.
I giovani di oggi hanno bisogno di essere ascoltati, hanno bisogno di modelli positivi di riferimento, hanno sete di conoscenza, non è assolutamente vero che sono superficiali, siamo noi che li rendiamo tali. Sono convinto fermamente che se vogliamo una società migliore dobbiamo investire in una scuola realmente formativa e per essere realmente tale la scuola deve puntare sui saperi, in quanto senza conoscenza non ci potrà essere crescita umana, culturale, economica e sociale.
Grazie Eccellenza per gli spunti di riflessione che ci offre con le sue omelie, la Diocesi di Teggiano-Policastro è fortunata ad avere una guida di così elevato profilo spirituale.