Questa mattina nella Prefettura di Potenza è stato sottoscritto il “Protocollo territoriale di intesa per l’identificazione dei cadaveri senza nome”, finalizzato all’adozione e condivisione di procedure specifiche per dare identità ai corpi senza nome. Firmatari dell’accordo il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, Prefetto Maria Luisa Pellizzari, il Prefetto di Potenza Michele Campanaro, il Prefetto di Matera Cristina Favilli, il Vicepresidente della Regione Basilicata Pasquale Pepe, il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Potenza Armando D’Alterio, i Procuratori della Repubblica presso i Tribunali di Potenza Francesco Curcio, di Matera Alessio Coccioli, di Lagonegro Gianfranco Donadio, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Potenza Virginia Pecoriello, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” Giuseppe Spera e il Presidente di ANCI Basilicata Andrea Bernardo. Presenti alla sottoscrizione anche i Questori e i Comandanti Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Potenza e Matera.
Il Protocollo si inserisce nell’alveo delle iniziative avviate dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, che cura la tenuta del Registro Nazionale dei Cadaveri non Identificati, per favorire la stipula di specifici accordi territoriali finalizzati all’individuazione e all’adozione di procedure uniformi e omogenee volte a fornire identità ai corpi senza nome e per alimentare la Banca dati del DNA.
Attualmente in Basilicata sono due i cadaveri non identificati, uno risalente al 2023 e uno al 2020.
“Si aggiunge un altro tassello alla fase di sperimentazione delle nuove procedure e modalità finalizzate a semplificare e accelerare il processo di restituzione dell’identità a corpi senza nome e di notizie sulla scomparsa di persone ai rispettivi familiari – ha esordito il Commissario Pellizzari – E’ di massima rilevanza che le modalità indicate siano recepite, mediante la stipula di accordi interistituzionali, su tutto il territorio nazionale, per la necessaria uniformità dei modelli operativi e per la realizzazione dell’obiettivo strategico di giungere, dopo la sperimentazione, alla realizzazione di un Protocollo unico nazionale che raccolga tutte le importanti e migliori procedure adottate nelle singole regioni”.
Obiettivo principale è di avviare il circuito informativo fra i diversi soggetti istituzionali competenti in materia per consentire la comparazione fra i dati significativi riguardanti gli scomparsi con quelli riferiti ai corpi rinvenuti senza identità, cercando di colmare la disponibilità spesso carente dei dati riguardanti i decessi in ospedale di persone senza identità e tutti i ritrovamenti di corpi o di resti umani non identificati, riconducibili o meno a fattispecie di reato, per i quali non è stata disposta l’autopsia. I firmatari hanno concordato sulla necessità di avviare la sperimentazione nell’ambito del territorio della Basilicata per promuovere e sviluppare azioni, progetti e iniziative in materia di anagrafe dei corpi senza identità, per evitare che gli stessi possano restare privi di esame esterno/autopsia ed essere sepolti senza il prelievo del campione biologico, necessario per la successiva comparazione con i dati riguardanti le persone scomparse, per garantire in tutti i casi di decessi o di rinvenimento di cadaveri o resti non identificati, compresi quelli non connessi a reati, l’espletamento delle attività finalizzate alla corretta compilazione della scheda post mortem, per consentire la comparazione con i dati essenziali concernenti le persone scomparse, nonché il prelievo dei campioni biologici, presso un unico Centro Identificativo di Riferimento, individuato nella SIC di Medicina Legale dell’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” di Potenza.
“Sono molto soddisfatto perché avviamo qui in Basilicata una intesa assolutamente innovativa, di valenza giuridica ed etica, che mette insieme diverse e specifiche professionalità tutte impegnate nel raggiungimento dell’obiettivo di restituire identità a corpi senza nome, consentendo, attraverso l’incrocio dei dati biologici raccolti con quelli presenti nella Banca dati del DNA, di dare risposte alle attese dei familiari che a volte si protraggono per anni” ha affermato il Prefetto Campanaro.