Il Presidente della Basilicata, Vito Bardi, è intervenuto dopo che alcuni Sindaci hanno palesato perplessità circa l’entrata in Zona Rossa. Diversi primi cittadini hanno infatti sottolineato con una lettera come la decisione di collocare la Basilicata in Zona Rossa non sia in linea con la curva dei contagi piuttosto bassa di molti territori. Uno stop, quindi, che porterebbe a penalizzare ulteriormente l’economia.
“Le nuove misure volte al contenimento del contagio risultano essere quantomeno generalizzate, inique, vessatorie e mortificanti per molti comuni, interi territori e svariati comprensori”, si legge nella lettera dei primi cittadini indirizzata, tra l’altro, anche al ministro Speranza.
“Ho letto con grande attenzione la missiva che alcuni Sindaci lucani mi hanno indirizzato e la reputo condivisibile nell’analisi – spiega Bardi – Il lavoro dei primi cittadini, così come delle Giunte e dei Consigli comunali in questa fase è fondamentale. Da tempo, con altri colleghi Presidenti di Regione stiamo segnalando con forza al Governo la necessità di rivedere parametri e algoritmi. Siamo fiduciosi che il nuovo esecutivo si muoverà in tal senso con maggiore sensibilità rispetto al precedente”.
Bardi ha annunciato l’invio di una nota al neo ministro per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini.
“Come sappiamo, la scelta di far scattare la Zona Rossa in Basilicata è dovuta esclusivamente all’aumento dell’indice RT di contagio (avevamo un dato di partenza molto basso) – precisa il Presidente – e alla presenza delle varianti appena palesatesi anche in Lucania, che stanno portando l’Europa verso la terza ondata, a distanza di un anno dalla prima. Ciò premesso, occorre ricordare che la nostra è la regione con la seconda percentuale più bassa d’Italia per il riempimento delle terapie intensive, nonostante un’età media molto alta e siamo sotto la soglia di criticità su tutti gli altri parametri. Il perimetro regionale è stato individuato come limitato e limitante nel contrasto al diffondersi della pandemia e questo è ancor più vero nella nostra regione, contraddistinta anche da una densità abitativa assai limitata. Pertanto, facendo mie le giuste sollecitazioni dei Sindaci, che vanno esattamente nel solco di mie rimostranze già palesate in passato e a rilievi che ho appena formulato al Governo, confermo che continuerà ad essere mia cura evidenziare le variabili geografiche e demografiche per limitare o rafforzare le restrizioni in base ai dati localizzati”.
“Siamo in un momento molto delicato, per questo colgo l’occasione per invitare la cittadinanza a comportamenti individuali responsabili e le istituzioni tutte ad affrontare questa fase in maniera unita – conclude – E’ necessario che per l’Italia marzo sia caratterizzato come il mese dei vaccini. Il Governo deve dare un segnale forte in questo senso e dare gli strumenti a Regioni e Comuni per velocizzare il piano di immunizzazione. Non solo: occorre che siano stabiliti ed erogati senza ritardo adeguati ristori per tutte le attività colpite dalle restrizioni”.
– Claudia Monaco –