“Pensare che da lunedì 1 marzo anche all’interno nel nostro Comune, con un solo caso positivo, non sarà possibile spostarsi se non per motivi di lavoro, necessità e salute è veramente triste e difficile da accettare“.
Lo afferma il sindaco di Bella, Leonardo Sabato, in seguito all’ordinanza del ministro della Salute con cui tra poche ore la Basilicata passerà in Zona Rossa a causa di un elevato indice Rt di contagio.
“Durante questa terribile pandemia – spiega Sabato – i Sindaci e gli amministratori locali hanno assunto un ruolo fondamentale nel governo della salute delle proprie comunità. In questi mesi, ormai un anno, per la salvaguardia della salute dei nostri concittadini, quando si è reso necessario, siamo ricorsi ad ordinanze sindacali con limitazioni ancora più restrittive rispetto a quanto stabilito dalle norme nazionali e regionali. Visto il ruolo centrale riconosciuto ai Sindaci, in ogni tipo di emergenza, perché non lasciare a loro maggiore autonomia decisionale e decretare le zone rosso in base al tasso di contagiosità Comune per Comune?“.
Per il primo cittadino di Bella, dunque, sarebbe giusto un maggior coinvolgimento dei Sindaci e “che fossero loro a continuare a essere la sentinella della propria comunità, a chiedere il senso di responsabilità ai propri cittadini, in funzione della situazione di contagio e soprattutto ora senza nessun contagio o quasi, non solo a Bella ma in tutto il comprensorio del Marmo Platano, senza necessariamente dover chiedere ai nostri concittadini di sacrificarsi in casa e ai nostri esercenti locali di abbassare le serrande dei propri locali. Sono certo che un provvedimento del genere responsabilizzerebbe ancora di più una comunità, che si impegnerebbe a mantenersi stretta la propria libertà almeno all’interno del proprio Comune. A distanza di un anno dall’inizio di questa pandemia, una maggiore autonomia decisionale dei Sindaci per il governo delle rispettive comunità sarebbe la decisione più giusta da adottare. Un appello alle istituzioni a livello nazionale e regionale. Io sono pronto!“.
– Chiara Di Miele –