Ha agito anche nel Potentino, a Tito, l’organizzazione criminale con base operativa a Santa Cecilia di Eboli smantellata dai Carabinieri.
Tre marocchini sono finiti in carcere a seguito di una mirata attività d’indagine avviata e portata a termine dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno, guidati dal Colonnello Cristiano Rocchi, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Salerno che ha richiesto al Giudice per le indagini preliminari l’emissione della misura cautelare nei confronti di cinque indagati. Al gruppo di ladri vengono contestati 22 episodi di furti tra il Potentino, il Salernitano e il Beneventano.
Due quelli portati a termine nel territorio lucano, a Tito. Entrambi avvenuti il 26 luglio 2019. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, il marocchino El Hassan Aharrachi, 59 anni, è stato chi materialmente ha portato a termine i due furti. Nel primo caso, dopo aver tagliato una recinzione metallica, è riuscito ad entrare in una abitazione forzando una finestra, riuscendo a portare via un televisore, due orologi da donna ed alcuni attrezzi. Nel secondo caso, qualche ora più tardi, il marocchino è entrato all’interno di un ovile riuscendo a rubare, con l’aiuto di altri complici, 14 agnelli e una pecora. I capi di bestiame asportati sarebbero serviti per una festa musulmana, “Eid Al-Ahda” (festa del sacrificio) prevista in quell’anno nella prima decade di agosto. Al 59enne marocchino viene contestato di aver portato a termine i furti mentre su di lui pendeva un’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari nell’ambito di un altro procedimento penale definito presso la Corte di Appello di Salerno.
Oltre ai tre marocchini (gli altri due hanno 37 e 43 anni) per due italiani è stato disposto l’obbligo di dimora. Agli indagati, a vario titolo, pendono le accuse di furto aggravato, ricettazione, tentata estorsione, lesioni personali, danneggiamento seguito da incendio e resistenza a pubblico ufficiale.
I ladri, ritenuti soggetti spregiudicati e pericolosi, speronavano anche le auto dei Carabinieri per fuggire, incendiavano veicoli a scopo estorsivo e in un caso hanno malmenato il custode di un allevamento che aveva tentato di opporsi all’azione della banda.
– Claudio Buono –
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